14 Settembre 2021
Fonte: lapresse.it
Dalla prossima settimana anche la Regione Lombardia inizierà a somministrare la terza dose di vaccino anti-Covid. Lo annuncia il governatore Attilio Fontana che, sulla scia dell'ultima decisione presa dal collega Nicola Zingaretti e da Alessio D'Amato per il Lazio, afferma: "Dal 20-21 settembre saremo pronti per iniziare questa terza fase rispettando, anche in questo caso, le indicazioni che vengono da Roma".
Ospite al programma "Morning News", il Presidente della Regione Attilio Fontana fa sapere che, in realtà, la sua Regione è pronta "già da giugno". "Abbiamo inviato un progetto relativo a questa fase di somministrazione al governo che l'ha convalidato", asserisce il leghista a guida della Lombardia. Ma chi saranno i primi a ricevere la terza dose del farmaco contro il Coronavirus? "Per adesso - continua il governatore lombardo - ci è stato detto che dobbiamo somministrarla ai fragili e ai pluripatologici. Se poi strada facendo sarà necessario estenderlo a tutta la popolazione, noi siamo pronti", ribadisce ancora.
Nel frattempo arriva l'ok alla terza dose anche in Lazio, dove Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione, ha fatto sapere che si inizierà con "i pazienti oncologici e i trapiantati". D'Amato ieri, lunedì 13 settembre 2021, ha anche fatto sapere che a breve il ministro della Salute Roberto Speranza pubblicherà la "circolare con le specifiche delle persone con fragilità immunitaria da cui partiremo con le inoculazioni della terza dose". Lo conferma infine anche il generale Figliuolo.
Mentre si parla di terza dose, continuano le discussioni tra i vari vertici politici e non solo sul possibile vaccino obbligatorio. Anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti si piega e dice: "Obbligo vaccinale? Questo vedremo alla fine, ma è un'istanza da valutare per la sua delicatezza". E sull'estensione della certificazione digitale verde commenta: "Ipotesi in discussione. L'esigenza delle aziende è di avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Credo, quindi, che si andrà verso un'estensione senza discriminare nessuno. Soltanto un contagiato, al netto delle conseguenze sanitarie rischia di far chiudere tutta l'azienda. Dobbiamo dare un sistema di certezze - conclude infine Giorgetti - sia sotto il profilo sanitario che sotto il profilo dell'organizzazione del lavoro".
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