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Vaccino Covid, D'Amato: "Il 10% rifiuta il mix, obbligarli è un errore"

"Non siamo nell’esercito dove bisogna rispettare gli ordini. Ministero e Aifa discordanti": ecco le parole dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato sul mix di vaccini

17 Giugno 2021

Vaccino Covid, D'Amato: "Il 10% rifiuta il mix, obbligarli è un errore"

Vaccino Covid (fonte foto Lapresse)

Secondo il 10% dei vaccinandi nella Regione Lazio il mix di vaccini anti Covid non è sicuro: si tratta anche di "cittadini  informati, di livello culturale medio alto, specie insegnanti e docenti universitari tra 50 e 60 anni, che vorrebbero non cambiare e mantenersi su Vaxzevria" dai quali "riceviamo fiumi di lettere". A dichiararlo al Corriere della Sera è l’assessore alla Sanità e Integrazione socio sanitaria Alessio D’Amato che si domanda: "Come risolviamo questi casi". Una cosa però è certa: non possiamo obbligarli. 

Vaccino Covid, D'Amato: "Il 10% rifiuta il mix, obbligarli è un errore"

"Il Lazio - afferma D'Amato - non vuole imboccare una strada alternativa. Siamo stati i primi a rispondere ai piani vaccinali. Ogni giorno immunizziamo circa 64 mila cittadini. Non solo siamo stati coerenti con le strategie nazionali, ma il ritmo delle somministrazioni non è rallentato neppure quando altrove gli appuntamenti saltavano per il diffondersi della paura sugli episodi di trombosi. Vogliamo siano dissipati tutti i dubbi" continua l'assessore al Corriere della Sera che poi ribadisce: "Non si possono trascurare le loro obiezioni".

"La circolare del Ministero e la determina di Aifa - spiega - sono discordanti. La prima è perentoria, la seconda è possibilista, basta leggere bene l’articolo 2: non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare avvalendosi del meccanismo dell’off label (prescrizione non contenuta nel bugiardino). Oppure dobbiamo ricorrere all’obbligo? L’obbligo è un errore" continua D'Amato.

"La via più efficace - spiega - è quella della persuasione. Non siamo nell’esercito dove bisogna rispettare gli ordini. A mio giudizio al primo posto va messo il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti, immunizzare la popolazione nel più breve tempo possibile. Meglio dare una doppia dose di Vaxzevria a chi la chiede, dietro la sottoscrizione di uno specifico consenso informato, che negare la seconda dose, azzardo oltretutto pericoloso visto che se la profilassi non viene completata c’è il rischio di essere infettati dalla variante Delta, la cosiddetta indiana. Un giorno potremmo essere accusati di non aver garantito adeguata protezione a chi, vaccinato a metà, si è preso il virus e ne ha riportato danni. E poi - continua l'assessore al Corriere della Sera - ci sono i diritti dei medici i quali mi chiedono come comportarsi".

I dottori "hanno paura di essere denunciati se dispensano un tipo di vaccino diverso da quello richiesto o viceversa. Anche loro devono poter lavorare in serenità. Non abbiamo mai dato la precedenza a categorie privilegiate come gli avvocati. Il vaccino è andato ai più anziani e poi a scalare, seguendo l’ordine di età. E continuiamo a non cercare il conflitto col governo. Aspetto una risposta su cosa devo rispondere a chi sta nel limbo".

Infine Alessio D'Amato parla anche degli open day vaccinali in Lazio e afferma: "Avevamo ricevuto la rassicurazione di poter dare Vaxzevria anche ai giovani. Li abbiamo immediatamente sospesi - conclude - quando sono emersi i primi sospetti sul rischio del vaccino. Ai maturandi abbiamo somministrato sempre Pfizer".

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