24 Novembre 2025
Alberto Stefani Fonte: X @Politikos
Il 33enne Alberto Stefani è il volto nuovo del centrodestra veneto, il più giovane governatore eletto nella storia della Regione. Classe 1992, segretario regionale della Lega e da anni uno dei profili emergenti del Carroccio, ha conquistato Palazzo Balbi con il 61% dei consensi, battendo il candidato di csx Giovanni Manildo fermo al 32%. Laureato con lode in giurisprudenza, ex pallavolista e oggi dottorando, rappresenta quella generazione di amministratori che unisce radicamento territoriale e ambizioni riformiste. Il suo percorso politico, rapidissimo, lo ha portato in pochi anni dai banchi delle giovanili leghiste alla guida del Veneto.
"Sono iscritto alla Lega dal 1990, Alberto non era ancora nato". Così Matteo Salvini, la scorsa primavera, raccontava l’ascesa del giovane segretario regionale, Alberto Stefani, ora nuovo Presidente del Veneto per il centrodestra. Una nota di colore non del tutto precisa: Stefani è nato nel 1992 e oggi ha 33 anni. Ma nel partito si è imposto con velocità sorprendente: dall’anno scorso è anche vicesegretario federale, impegnato a rilanciare i temi dell’identità e dei territori.
La sua idea di partito è chiara: una Lega che non arretra, che punta su Autonomia e Federalismo — riforme che, gli ha promesso il ministro Calderoli, dovrebbero arrivare entro fine anno — "contro il globalismo", mettendo "prima le comunità locali e poi lo Stato". A marzo, parlando ai militanti, Stefani incalzava: "Siamo l’unico partito identitario, capace di resistere anche al peggiore degli inverni". E ancora: "Essere della Lega significa mettere da parte paure e rischi, percorrere la strada più difficile per difendere le proprie idee, la Lega non è nata per adeguarsi ma per costruire nuovi schemi, siamo liberi e anticonformisti".
Nato a Padova, ha una gemella, Giulia, infermiera a Verona, a cui è molto legato. Da bambino, raccontano, la maestra lo definiva "bambino indaco", termine che alludeva a una predisposizione particolare, unita a una certa iperattività. La sua carriera scolastica sembra confermarlo: diploma al liceo con 100/100, laurea in giurisprudenza a Padova con 110 e lode — tesi dedicata alla nonna Vittoria — e oggi un dottorato in corso. Sportivo e appassionato d’arte, da giovane giocava a pallavolo, ama il calcio, dipinge a olio e tempera, soprattutto paesaggi e figure astratte, e si dedica talvolta alla scrittura. Ha origini greche lontane e, non a caso, la Grecia è una delle sue mete estive più frequenti.
Il debutto politico arriva presto: consigliere di minoranza a Borgoricco nel 2014, a soli 22 anni. Da lì una scalata ininterrotta: deputato dal 2018 (riconfermato nel 2022), sindaco del suo Comune dal 2019, commissario regionale nel 2020, segretario regionale dal 2023, presidente della commissione bicamerale sul federalismo, vicesegretario federale dal 2024 e promotore della mozione identitaria che ha contribuito a placare — almeno per ora — le tensioni interne del partito. Per molti, le definizioni "delfino" o "enfant prodige" iniziano ad andare strette.
Già prima della candidatura ufficiale, Stefani era indicato come il nome più forte per la presidenza del Veneto. Vicinissimo a Salvini, con saldi rapporti romani e un dialogo costante con gli alleati, è stato a lungo il profilo predestinato nel risiko del centrodestra. Lui, però, manteneva un profilo basso, respingeva le lusinghe, concentrandosi sul ruolo di segretario regionale. "Identità — ha ripetuto più volte in un comizio la scorsa primavera — è amministrare, la buona gestione delle risorse pubbliche. Identità è politica locale, comunità, difesa dell’ambiente ed ecologismo non ideologico a vantaggio della nostra terra. Identità è difesa dei nostri confini e della nostra storia, la nostra identità non si svende a terze, quarte generazioni di giovani che mettono a rischio la sicurezza cittadini".
L’investitura è arrivata solo l’8 ottobre scorso, al termine di una lunga attesa. Ma Stefani, per molti, aveva da tempo tutte le carte in regola. E oggi, a 33 anni, è il nuovo governatore del Veneto: il più giovane della storia regionale.
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