30 Gennaio 2025
Rogo (Pixabay)
Secondo la segretaria del PD di Cantù, Francesca Somaini, e altri esponenti del Partito Democratico, la Festa della Giubiana, in cui viene bruciato il fantoccio di una donna, "inneggia alla violenza di genere". Queste dichiarazioni hanno sollevato moltissime polemiche, immediate le repliche dell’assessora di Briosco Antonella Casati e dell’europarlamentare Isabella Tovaglieri, le quali hanno commentato che si tratta di una tradizione centenaria che non va toccata e che il Pd "boicotti la celebrazione con pregiudizi insensati e con una nuova caccia alle streghe". Il sindaco Alice Galbiati contro Somaini: "Il rispetto è un’altra cosa. Serve impegno, non formalismi o censure di facciata".
Somaini ritiene che la festa della Giubiana sia una "tradizione anacronistica che perpetua la violenza di genere". “Boicottare i falò tradizionali che caratterizzano il territorio brianzolo nel mese di gennaio in nome di una fantomatica sensibilità ambientale moderna sembrava già una provocazione davvero insensata. Ma qualcuno è riuscito ad andare oltre”, commenta l'assessora Antonella Casati.
“A Cantù, città fortemente legata alla festa della Giubiana tanto da proporne una leggenda propria, pare che alla segretaria del PD sia venuto il dubbio che proprio quel fantoccio di paglia e stracci rappresenti la causa primaria della violenza di genere - aggiunge -. Le manifestazioni folkloristiche locali brianzole, come quelle di qualsiasi altro territorio, aderivano perfettamente ai cicli della natura ed erano orientate a placare ansie e preoccupazioni legate al lavoro agricolo e all’allevamento. È partendo da questo contesto che dobbiamo soppesare la figura della strega Giubiana. Infatti, in origine i fantocci erano simbolo e pegno di fecondità, che il fuoco, semmai, sottolineava aggiungendo carica positiva.”
“La Giubiana, che a Cantù bruciano come strega, non può essere solo malvagia, se in suo onore si fa tanta festa! Perché ricordiamoci che di questo si tratta: un rito collettivo benaugurante che, nella sua concezione moderna, ha il solo scopo di fornire un momento di condivisione ai cittadini e non, rievocando un retaggio di forte legame con la natura e il territorio, che è sempre bene tenere vivo per trasmettere i valori positivi del vivere in armonia. E se il falò è solo una festa, quello che tanto disturba la segretaria PD di Cantù è solo un fantoccio! - conclude Casati, rivolgendosi direttamente alla collega canturina -. E allora ten giò i man dalla Giubiana, che a Briosco prende il nome di Gibiana ed è stata oggetto di diversi approfondimenti storico-scientifici che consiglio vivamente (Franca Pirovano – Sacro, magia e tradizioni in Brianza). Grazie a questa costante ricerca possiamo opporre la conoscenza ai moderni pregiudizi oscurantisti, che sembrano volere una nuova (e insensata) caccia alle streghe. Sarà che in Brianza trattiamo l’importante tema della violenza di genere in momenti più appropriati. Sarà che a Briosco il fuoco piace sempre. Come la Gibiana”.
Non solo non si sente offesa come donna dal rituale dei falò della Giubiana, ma ne va orgogliosa l'europarlamentare Isabella Tovaglieri che, per la seconda volta consecutiva, “presta il suo volto” al fantoccio che verrà poi bruciato in piazza nella sua Busto Arsizio.
“Chi conosce la Giöbia sa che non vi è alcun intento violento nel falò di piazza, anzi, c’è la volontà di fare festa con un atto propiziatorio, che non offende le personalità date alle fiamme, al contrario le celebra per essersi distinte sulla scena pubblica”, commenta.
“Per questo sono orgogliosa che, per la seconda volta consecutiva, la Lega Giovani di Busto abbia deciso di bruciare un fantoccio con la mia immagine per festeggiare la mia recente vittoria alle elezioni europee, così come aveva fatto cinque anni fa per il mio esordio a Bruxelles. Oggi come allora, quando peraltro ero membro della commissione per la Parità di genere del Parlamento europeo, essere protagonista della Giöbia è per me come ricevere la massima onorificenza cittadina. Se qualcuno, come ha fatto anche Laura Boldrini in passato, vuole screditare, in nome dell’assurda e imperante cancel culture, uno dei simboli dell’identità dei nostri territori, lo dica apertamente senza prendere a pretesto la violenza contro le donne.”
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