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"Realpolitik", il nuovo libro di Giampiero Massolo scritto con Francesco Bechis per fare ordinare sul disordine mondiale

L'ex ambasciatore e capo dei Servizi Massolo: "Dobbiamo abbandonare l'illusione del 'ma anche' e scegliere da che parte stare". Il punto su G7, Europa e Ucraina

20 Maggio 2024

"Realpolitik", il nuovo libro di Giampiero Massolo e Francesco Bechis per fare ordinare sul disordine mondiale

I “guastafeste” Putin e Xi, la sicurezza che diventa più importante della convenienza economica, l’Italia che deve disfarsi del “ma anche” e dell’illusione di poter essere atlantista e allo stesso tempo nella Via della Seta, la crescita del “Global South” e il destino del mondo in caso di vittoria di Trump. “Realpolitik” di Giampiero Massolo, scritto con “la pazienza e l’entusiasmo” di Francesco Bechis (ed. Solferino) è una mappa per fare ordine nel disordine mondiale. Con un punto di partenza per l’Italia: deve mettere al primo posto l’interesse nazionale.

Il nostro Paese ha sempre avuto paura di questo concetto, e il perché lo spiega Massolo – che è stato segretario generale della Farnesina e direttore del Dis – in una conversazione con l’Adnkronos: “C’è sempre stata una certa diffidenza, perché l’interesse nazionale veniva confuso con un’assertività sul piano internazionale, non in sintonia con il sentire dell’opinione pubblica e con una cultura di pace e di ricerca di dialogo. Ma l’interesse nazionale è il modo in cui il nostro Paese si muove nel mondo. È un atto di sintesi, la decisione politica per eccellenza che viene definita di volta in volta dai governi incorporando tanti elementi: l’opportunità, la posizione geopolitica, gli aspetti economico-finanziari, le alleanze, gli interessi di chi ci circonda. Questa sintesi la compie ogni governo democratico, che sarà giudicato dai parlamenti e dagli elettori, e anche ogni governo autoritario, che forse sarà giudicato dalle piazze. Ma postula un elemento: la necessità di scegliere, di uscire dalla logica del ‘ma anche’ e di accettare il fatto che non si può essere amici di tutti”.

Parlando del nostro ruolo nel contesto internazionale, non si può non parlare del G7 a guida italiana. Un “formato” che fino all’invasione della Crimea nel 2014 ha incluso anche la Russia, “e che ora è diventato lo strumento principale attraverso cui definire la posizione dell’Occidente. Certo, non è risolutivo, ma rispetto a certi summit degli scorsi decenni, in cui si parlava molto e si otteneva poco, oggi ha una valenza di coordinamento operativo importante: è stato il G7 a garantire all’Ucraina, attraverso una serie di accordi bilaterali, a dare all’Ucraina un sostegno nei fatti, a preservarla come Paese sovrano e democratico”.

Fonte: Adnkronos 

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