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Mattarella e l'apoteosi del doppio standard: dalla crisi sanitaria a quella climatica, passando per le guerra in Ucraina e Israele

Quello che (purtroppo) vediamo e quello che invece avremmo voluto vedere dal Presidente della nostra Repubblica, nominato "uomo dell'anno" da Oggi

17 Gennaio 2024

L'insulto a Mattarella su Facebook non è contemplato. 5 mesi e 10 giorni per un 48enne

Sergio Mattarella (fonte LaPresse)

Il mese scorso, mentre sui media generalisti impazzavano i consueti bilanci di fine anno, il settimanale Oggi ha nominato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “uomo dell’anno”.

La scelta della redazione di Oggi fa riflettere: in buona sostanza Mattarella è davvero l’uomo dell’anno. L’uomo che, più di chiunque altro, incarna lo spirito del nostro tempo. Almeno in Italia. Oggi.

Durante le cerimonie ufficiali il Presidente si esibisce in magniloquenti discorsi ispirati ai più alti principi filosofici, morali e politici. Quasi sempre però si tratta di puro politichese intriso di vuota retorica. Naturalmente le parole sono sempre accompagnate da calorose strette di mano e affettuosi abbracci.

È indimenticabile l’accoglienza che ha riservato al presidente israeliano Herzog, quello che si è fatto fotografare e riprendere mentre è gioiosamente intento a firmare le bombe destinate alla popolazione civile di Gaza.

Altrettanto indimenticabili le cerimonie in cui il Presidente ha ricevuto con grande affetto il premier israeliano Benjamin Netanyahu e, ovviamente, il presidente ucraino Zelensky in una delle innumerevoli tappe del suo tour mondiale.

Allo stesso tempo però il Presidente ama mostrarsi alla folla plaudente durante la prima della Scala e non disdegna di comparire alla serata inaugurale del Festival di Sanremo.

Nonostante l’età è attento ai problemi dei giovani e ha accettato con gioia di incontrare, insieme a Mario Draghi, una delegazione di giovani attivisti guidati dalla paladina del catastrofismo climatico Greta Thunberg. Allo stesso modo il Presidente presta particolare attenzione alla comunicazione social: sono memorabili i selfie con Chiara Ferragni a Sanremo e quelli con Fedez&Ferragni durante il gran premio di Monza.

Mattarella è il Presidente, ricopre la prima e la più importante carica della Repubblica.

Dovrebbe essere il nocchiero che conduce in porto la nave durante la tempesta.

Il faro che squarcia il buio e dissipa la nebbia per illuminare la strada e garantire l’applicazione rigorosa della carta costituzionale.

Invece è l’uomo politico che, più di ogni altro, ha garantito l’applicazione meticolosa e il trionfo del doppio standard. Lo si è visto in modo chiaro negli ultimi quattro anni con la crisi sanitaria, con la crisi climatica, con la guerra in Ucraina e, ora, con la guerra di Israele a Gaza.

Il discorso di fine anno ci ha regalato l’ennesima rappresentazione messa in scena da un politico di lungo corso, una summa dell’abilità retorica e lessicale del Presidente. Un discorso intriso di generico buonismo, una predica ammantata di ipocrisia. Sopratutto su Israele. È mancato più di tutto il coraggio, il coraggio della Verità.

Avremmo voluto vedere il Presidente ribadire con forza il dettato della Costituzione, in primis il ripudio della guerra. Senza le ambiguità e gli equilibrismi linguistici con cui ha sdoganato le atrocità commesse dall’esercito israeliano derubricandole a “reazione alla ferocia terroristica di Hamas”.

Avremmo voluto vedere il Presidente scagliarsi con foga contro la perdita di umanità e del senso di giustizia, contro la scomparsa di ogni minimo principio sancito dal diritto internazionale. 

Avremmo voluto vedere il Presidente della Repubblica affermare con forza che Israele sta uccidendo gli abitanti di Gaza in modo indiscriminato. Che in tre mesi sono stati uccisi più di 24.000 esseri umani di cui 10.000 bambini e che l’Italia non sostiene Israele nella sua follia criminale finalizzata allo stermino, anzi al genocidio e alla deportazione degli abitanti di Gaza.

Avremmo voluto vedere il Presidente squarciare il velo di omertà e di ambiguità dei media nei confronti di Israele.

Avremmo voluto vedere il Presidente affermare con decisione che non esistono guerre giuste nè tantomeno sante, che non esiste “il popolo della luce contrapposto a quello delle tenebre” evocato, con tanto di citazioni bibliche, da Netanyahu.

Avremmo voluto vedere il Presidente proporre l’embargo internazionale e l’incriminazione per crimini contro l’umanità del governo di Israele o, almeno, spendersi con tutte le forze per chiedere con fermezza l’immediato cessate il fuoco da parte dell’esercito israeliano.

Avremmo voluto vedere il Presidente  sostenere che la strada imboccata da Israele è la vera causa di quello che si definisce erroneamente antisemitismo, come ha affermato il rabbino Ysiorel David Weiss, portavoce di Naturei Karta.

Avremmo voluto vedere il Presidente affermare con tutte le sue forze che l’Italia vuole finalmente essere una Nazione. Libera.

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