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Premierato, la riforma parte dal Senato e non dalla Camera, ira delle opposizioni: “Gravissimo, monocameralismo di fatto”

Pd e M5s accusano il governo Meloni di “baratto tra premierato e autonomia”. La replica di FdI: “Il provvedimento è andato direttamente in assegnazione a Palazzo Madama”


08 Novembre 2023

Premierato, la riforma parte dal Senato e non dalla Camera, ira delle opposizioni: “Gravissimo, monocameralismo di fatto”

Fonte: Imagoeconomica

La riforma del premieranno partirà dal Senato e non dalla Camera. E le opposizioni, con Pd e M5s in testa, non ci stanno. Dietro alla scelta dell’esecutivo di Giorgia Meloni ci sarebbe uno scambio con la Lega sulla riforma relativa all’Autonomia differenziata. In più la scelta di cominciare da Palazzo Madama sarebbe dovuta al fatto che il Senato è considerato più “affidabile” dal punto di vista del premier: è presieduto da Ignazio La Russa, colonnello di Fdi, mentre la poltrona più alta di Montecitorio è occupata da un leghista come Lorenzo Fontana. A Palazzo Madama, inoltre, Fdi controlla anche la commissione Affari costituzionali, dove sarà incardinato il provvedimento, col presidente Alberto Balboni.

Premierato, la riforma parte dal Senato, Boccia e Bonafè (Pd): “Baratto nella maggioranza”

E la minoranza incalza. “La giornata di oggi conferma quello che denunciamo da tempo: al Senato si svolgerà il baratto, nella maggioranza, tra premierato e autonomia”, ha incalzato Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato. “Alla faccia del confronto parlamentare, questa mattina in commissione bicamerale per le questioni regionali si è proceduto con un altro strappo da parte della maggioranza che ha impedito che fossero fatte le necessarie audizioni sulla proposta di autonomia differenziata, e deciso di votare lo stesso il parere. È quanto chiede la Lega come condizione per votare il premierato caro a Giorgia Meloni. A questo scambio ci opporremo con tutte le nostre forze”.
“Abbiamo appena appreso da notizie di stampa che la riforma del premierato, che era già stata assegnata alla Camera, sia stata invece assegnata al Senato, e sempre da notizie di stampa apprendiamo che la motivazione di questo spostamento è dovuta all’appartenenza politica del presidente della Camera e di quello della prima commissione che evidentemente non dà sufficienti garanzie sull’iter del provvedimento. Se fosse così sarebbe gravissimo”, ha sottolineato la deputata dem Simona Bonafè.

L’attacco del M5s e la replica di Rampelli (FdI): “Il provvedimento non è mai stato assegnato alla Camera”

Alla richiesta del Pd si sono poi aggiunti anche Alleanza Verdi Sinistra e il M5S chiedendo di “ottenere l’assegnazione alla Camera e alla commissione Affari costituzionali l’istruttoria su questo importante provvedimento”. Fabio Rampelli, deputato di FdI e presidente di turno dell’aula, ha replicato: “Mi corre l’obbligo puntualizzare che il provvedimento non è mai stato assegnato alla Camera, quindi è andato direttamente in assegnazione al Senato”.

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