31 Luglio 2023
Con Vittorio Prodi è scomparso un uomo infaticabile e umile per il suo impegno quotidiano nel lavoro, con un’idea chiara di politica come servizio ai cittadini, e che da eurodeputato dette lustro alla politica italiana nel mondo. Ci ha lasciato da cattolico praticante e da laico militante. Europeista e ulivista convinto, teneva nella più alta considerazione la storia e il ruolo della nostra cultura repubblicana di sinistra. Lo dichiarano Luciana Sbarbati e Niccolò Rinaldi, rispettivamente segretario nazionale e presidente dei Repubblicani Europei.
La sua fu politica anche come preparazione del futuro, strumento per far maturare le cose nella giusta direzione, invertendo la bilancia dei privilegi. Non a caso fu tra i primi a parlare seriamente di transizione ecologica e di nuovi stili di vita dell’Occidente.
Da fisico, uno dei rari fisici impegnati in politica, sapeva dell’importanza del “metodo”, che comprendeva la continuità dell’azione, la preparazione e la chiarezza espositiva; era sempre curioso e aperto, mai rinchiuso nel logos scientifico. Eppure, non sfoggiava mai nulla, era privo di qualsiasi arroganza o superiorità, era un uomo dall’approccio quasi disarmante per la garbata signorilità e per la sobrietà dello stile di vita.
Per lui fu non fu mai questione di vanità, ma anzi di far proprie le parole di Don Milani – “non abbiate paura della politica; chi ha paura della politica è fascista!”.
Vittorio Prodi credeva nei giovani, e adesso stia anche a loro non tirarsi indietro, perché niente di uno dei “migliori italiani” come lui, vada smarrito.
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