19 Gennaio 2023
Foto di Amr Taha™ su Unsplash
Roberto Menia, FdI, ha presentato in Senato un ddl che ha lo scopo di definire lo "statuto giuridico dell'embrione umano", difendendone i diritti. L'opposizione ritiene che voglia attaccare direttamente la 194, cioè la legge che garantisce l'aborto.
Il 13 gennaio il senatore di Fratelli d'Italia Roberto Menia ha depositato un disegno di legge che intende proteggere i diritti del nascituro. Il ddl Menia si intitola "modifica dell'articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica ad ogni essere umano".
L'articolo 1 del codice civile stabilisce, ad oggi, che si diventa soggetti giuridici al momento della nascita, mentre Menia vorrebbe modificarlo affinché si possa "dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita".
Il disegno "pro-life", visionato da Adnkronos, sostiene che il concepito è sentito parte della famiglia prima ancora che nasca, quindi va riconosciuto parte giuridica. Si legge: "Si tratta di riconoscere, anche nell'ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo."
La proposta di legge argomenta ulteriormente la necessità della presa in considerazione dei diritti della "vita umana prenatale" con il richiamo alla legge europea sulla genetica. Scrive: "È preliminare la definizione dello 'statuto giuridico dell'embrione umano', come richiesto anche dal Parlamento europeo nelle due risoluzioni del 16 marzo 1989 sui problemi etici e giuridici della ingegneria genetica e della procreazione artificiale umana."
Il ddl di Fratelli d'Italia si aggiunge ad altre tre proposte "pro-life" della destra. A ottobre Maurizio Gasparri, Forza Italia, chiese il riconoscimento della capacità giuridica del concepito. Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo ne propone uno che prevede all'articolo 3 che "il concepito è riconosciuto quale componente del nucleo familiare a tutti gli effetti". Infine quello di Isabella Rauti propone l'istituzione della 'Giornata del nascituro' il 25 marzo.
L'opposizione è preoccupata per questa scia di ddl "pro-life" e teme per la 194. Cecilia D'Elia, senatrice Pd e portavoce nazionale della conferenza delle democratiche, dice: "Il testo presentato è totalmente incompatibile con il principio di autodeterminazione ed è un chiaro tentativo di mettere in discussione proprio la legge 194, ma non ci riusciranno". D'Elia definisce il testo "una mostruosità giuridica".
Secondo Carla Taibi, vice-presidente dell'Assemblea di Più Europa, il testo "mostra lo spirito reazionario di questa destra sulla libertà di scelta e l'autodeterminazione della donna".
In una nota anche il commento al disegno di legge del candidato di Pd alle elezioni regionali in Lombardia, Pierfrancesco Majorino: "I segnali inquietanti che giungono da Roma con proposte di legge che vogliono riportare le lancette della storia a cinquant'anni fa e che pensavamo di lasciarci alle spalle ci dicono che il diritto all'interruzione di gravidanza è a rischio. È un dato di fatto. Sulla 194" - aggiunge - "noi chiediamo piena applicazione no abrogazione de facto come Fratelli d'Italia vuole fare. Abbia il coraggio di dichiarare le sue volontà il presidente Meloni. Lei e i suoi esponenti".
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