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Aiuti quater, Pd e M5s contro le trivellazioni: “Le bloccheremo”. Il Terzo polo si smarca dall’opposizione

Dem e pentastellati pronti a stoppare le perforazioni per le nuove estrazioni tra le 9 e le 12 miglia dalla costa previste dal governo Meloni. Renzi e Calenda si sfilano dalla minoranza

03 Gennaio 2023

Aiuti quater, Pd e M5s contro le trivellazioni: “Le bloccheremo”. Il Terzo polo si smarca dall’opposizione

Fonte: Fanpage

Pd e M5s contro le nuove trivellazioni previste dal dl Aiuti quater. I dem chiedono un passo indietro sulle autorizzazioni, mentre i pentastellati invocano uno stop integrale anche ai permessi che faranno ripartire le estrazioni dove sono state sospese. Dal fronte dell’opposizione, invece, si smarca il Terzo polo: Matteo Renzi e Carlo Calenda sono da sempre favorevoli alla ricerca di gas in mare. I tempi per presentare gli emendamenti sono stretti: il provvedimento dev’essere convertito entro il 17 gennaio. Ma gli “ecodemocratici” e gli “ecogrillini” promettono battaglia.

Pagano (Pd): “Stiamo presentando una serie di emendamenti per sullo stop a nuove trivellazioni”

“Stiamo presentando una serie di emendamenti in particolare sullo stop alle nuove autorizzazioni, quelle per le estrazioni tra le 9 e le 12 miglia dalla costa”, ha spiegato il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano. Per l’esponente dem l’impostazione del governo sull’estensione per le trivellazioni fino a 9 miglia dalla costa è “in piena controtendenza” rispetto agli studi fin qui effettuati: “Delle due l’una: o si sono sbagliati gli scienziati o si tratta dell’ennesima operazione di propaganda che serve a qualche multinazionale”, ha incalzato Pagano. Anche 5 Stelle e Verdi-Sinistra stanno presentando emendamenti sulle trivellazioni. “Noi abbiamo un ottimo rapporto con i nostri alleati alle elezioni di Verdi e Sinistra”, ha proseguito il capogruppo dem. “Proveremo a fare sintesi anche su questo, come già fatto nella legge di bilancio, nei limiti però di una impostazione completamente differente in materia”.
Il provvedimento riguardante le nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas in Adriatico, che ha avuto il via libera dello scorso Cdm, entrerà nel decreto Aiuti quater. “Al fine di incrementare la produzione nazionale di gas naturale”, si legge nel testo, “è consentito il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in zone di mare poste fra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, limitatamente ai siti aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi”. “Abbiamo approvato la norma sulla produzione di gas nazionale perché è finito il tempo dei no a tutti i costi: quello che serve all’Italia va fatto e vogliamo aiutare le aziende in difficoltà”, ha detto il premier Giorgia Meloni nel corso dell’assemblea dei gruppi Fdi.

Italia Viva, Rosato: “Lo sfruttamento dei nostri giacimenti di gas è indispensabile”

E il Terzo polo? Si sfila dall’opposizione. Il motivo? Italia Viva e Azione sono favorevoli alle perforazioni. “Il Tap, lo sfruttamento dei nostri giacimenti di gas e il nucleare sono scelte indispensabili per lo sviluppo e rientrano in una logica di maggior uso delle rinnovabili, cosa che noi, a differenza dei Cinquestelle, abbiamo fatto”, ha sottolineato il deputato renziano Ettore Rosato. “Ambiente e sviluppo vanno conciliati e, per fortuna, abbiamo fatto il Tap, compatibile dal punto di vista ambientale e indispensabile per la sicurezza energetica nazionale”. “Il gas è una grande energia di transizione per raggiungere gli obiettivi previsti dalla Cop 21 e consente di eliminare il carbone nella produzione di energia elettrica entro il 2025, come previsto dal Piano energetico nazionale”. Parole di Calenda. Del 2019, non di oggi. “Quello che non ci possiamo permettere è di cominciare a lavorare sul processo accelerato per uscire dal carbone nella produzione elettrica e, contemporaneamente, avere Regioni e Comuni che bloccano ogni infrastruttura in Italia. Dev’essere molto chiaro che questo programma si può fare se c’è fortissima convinzione e coinvolgimento degli enti locali a chiudere rapidamente il piano infrastrutturale che abbiamo dettagliato e che è parte integrante di questa decisione”. Sempre parole di Calenda. Del 2017, non di ieri.

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