21 Ottobre 2022
"Non do consigli al nuovo governo, quello che un governo uscente può fare è lasciare la testimonianza di quello che ha fatto, questo è quello che un presidente del Consiglio uscente lascia a quello che arriva": insomma, alla conferenza che chiude il vertice UE, vediamo un Mario Draghi piuttosto convinto di avere lavorato bene: si può riassumere il suo discorso con "non serve che dia suggerimenti, i fatti parlano da soli, se volete fare bene prendete esempio". Rivendica anche una transizione serena: "Abbiamo cercato di lasciare una transizione serena in modo che il nuovo governo possa rapidamente iniziare la propria attività". A noi sembra che lasci un quadro bello complicato.
Draghi, ricordiamolo, è colui che ha trascinato convintamente l'Italia nella questione ucraina, imponendo all'Italia, come al resto dell'Europa, il "prezzo delle sanzioni" che sta mandando in crisi l'intero paese a causa degli aumenti folli del prezzo dell'energia. E in tutto ciò, rivendica anche orgogliosamente che "siamo il paese che ha diversificato di più le fonti di energia". E meno male!
Nonostante i proclami di grande economista, è anche colui che, di fatto, ha governato con sussidi e decreti aiuti, insomma non distanziandosi dall'assistenzialismo di chi lo ha preceduto.
Il quadro lasciato dunque dall'uscente governo Draghi è certamente misto: di certo ha migliorato i rapporti con le istituzioni europee, di cui era in fondo emissario e convintissimo collaboratore. Tuttavia, è anche colui
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