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Elezioni, la Toscana non è più rossa: col 38% il centrodestra conquista la terra del Pci

FdI (25,9%) scavalca il Pd ed è il primo partito. Il governatore dem Eugenio Giani: “I democratici dovranno collegarsi con M5s e Terzo polo”


26 Settembre 2022

Elezioni, la Toscana non è più rossa: col 38% il centrodestra conquista la terra del Pci

Falce e pennarello. Segnare: domenica 25 settembre 2022. Una data storica per la fu rossa Toscana: col 38%, Fratelli d’Italia ha conquistato la terra del Partito comunista italiano, fondato nel 1921 a Livorno. Il centrosinistra, dalle parti di Firenze, si è fermato al 33%, con 80 mila voti persi rispetto alle regionali del 2020 che portarono alla vittoria del candidato del Pd, Eugenio Giani

Elezioni, la Toscana non è più rossa: col 38% il centrodestra conquista la terra del Pci

Le storiche roccaforti della sinistra come Pisa e Siena erano già cadute. E la destra si era già mostrata iper competitiva. Ma mai alle elezioni politiche nella terra del solidarismo il centrodestra aveva centrato un sorpasso così netto sulla coalizione del centrosinistra. Oggi il primo partito in Toscana non è più il Pd com'era da 20 anni, ma a sorpresa quello di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. La Lega quasi non esiste più, è a poco più del 6%. La Toscana è ora in mano a Fdi, che vola al 25,9% ed è in testa sui dem (25,8%) nello scrutinio che viaggia verso le battute finali al Senato. Meno di 2 mila voti in più, ma è un sorpasso simbolico amaro per la sinistra toscana. “Il Pd dovrà cercare di collegare, anche in vista di elezioni comunali importanti come ci saranno l’anno prossimo, dai 5 Stelle alle forze di centro di Carlo Calenda e Matteo Renzi”, ha spiegato Giani.

Elezioni, la Toscana non è più rossa: col 38% il centrodestra conquista la terra del Pci

“A Giuseppe Conte va dato atto di aver fatto una campagna elettorale brillante, fondata molto su una logica forte di opposizione, però indubbiamente attrattiva, soprattutto in alcune aree del Paese”, ha aggiunto il governatore. “Se andiamo a vedere, la maggioranza in Regione Toscana è fondata sul rapporto tra il centro e la sinistra. Io ho come vicepresidente Stefania Saccardi, e poi c’è Stefano Scaramelli, entrambi di Italia Viva. Se sommiamo il centro e la sinistra noi abbiamo il 5% in più del centrodestra, quindi per la Toscana e per l’Emilia-Romagna la situazione ancora legittima il governo regionale di centrosinistra. Il Pd si deve creare intorno alle figure che saranno candidate anche una valenza di carattere programmatico e di scelta delle alleanze che, onestamente, ritengo richieda qualche giorno perché possa essere posta su basi serie. La riflessione non può che essere di valutazione di risultati chiaramente insoddisfacenti rispetto alle nostre aspirazioni. Mi sembra che in modo trasparente Enrico Letta abbia tracciato gli ultimi passaggi del suo mandato, fino al congresso che darà al Pd un nuovo segretario, e quindi attraverso questo percorso un congresso che parli di uomini, di contenuti, dei programmi, delle alleanze e dei modi con cui calarci in quella che sarà una stagione di opposizione a livello nazionale nel Parlamento”.

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