26 Settembre 2022
Per mesi ci hanno ripetuto che Draghi "era il salvatore della Patria", ma "la Patria", alle elezioni 2022, ha scelto FdI che era all'opposizione del "Governo dei migliori" e il Movimento 5 stelle che lo ha fatto cadere. Insomma, forse sarebbe il caso di cambiare narrazione sull'ex numero uno della Bce, tra l'altro recentemente premiato statista dell'anno. Forse, almeno secondo gli elettori che si sono recati alle urne, il Governo dei migliori non era proprio composta dai migliori. La prova: tutti o quasi gli ex ministri, a cominciare dal titolare del dicastero degli Esteri Luigi Di Maio, sono stati trombati. Tra i grandi esclusi, sempre sostenitori del numero uno della Bcc, ci sono, tra gli altri, anche Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Monicà Cirinnà.
Coloro i quali sono andati a votare hanno deciso di premiare Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. In pratica, a questa tornata elettorale, è diventato primo partito quel partito che è sempre stato all'opposizione del Governo targato Mario Draghi, anche quando gli altri esponenti di Centrodestra - il leader della Lega Matteo Salvini e il leader e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi - avevano deciso di appoggiare l'ex numero uno della Bce. Quindi, Fdi, dall'alto del suo 26% di preferenze, ora paga questa scelta e guarda tutti dall'alto in basso.
Arriviamo poi ora al Movimento 5 stelle. Certo, con il suo 17% di preferenze, è ben lontano dalle cifre raggiunte nel 2018, quando aveva superato il 30%. Tuttavia il partito guidato da Giuseppe Conte - prima che facesse cadere il Governo Draghi - era dato tra il 10 e il 13% in tutti i sondaggi. Quindi anche i grillini possono dire di essere stati premiati dall'aver "tradito", per così dire, Mario Draghi. Tutti gli altri partiti "draghiani", hanno invece deluso enormemente. A cominciare dal Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che aveva l'obiettivo dichiarato di arrivare almeno al 10% e invece si è fermato al 7,8%, sotto dunque anche a Fi (8,1%). Delude enormemente infine anche il Partito democratico di Enrico Letta, crollato al 19%.
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