Aveva fatto insieme a Luigi di Maio un tour tra i paesi del nord Africa per aprire le porte ai nuovi partner esportatori di gas liquido, aveva detto che con i nuovi accordi saremmo arrivati a febbraio 2023, che stavamo evitando le emergenze, che il governo aveva già messo in piedi strategie di resistenza. Una situazione in cui siamo stati messi dallo stesso governo draghi che ha deciso di varare misure contrarie alla Russia, proporre sanzioni e farle approvare in tutto il mondo.
Gas, Cingolani ammette: "Se non avremo un inverno artico c'è la caveremo"
Cingolani pronuncia queste parole in sala stampa al Ministero della transizione ecologica giurando continuamente che tutti gli impegni profusi per superare la stagione critica così da attuare la diversificazione energetica daranno i loro frutti. E tutto questo avverrà "senza contenimento drastico alle industrie" e con un "sacrificio sopportabile da parte dei cittadini".
La proposta è quella di spegnere un ora al giorno il riscaldamento oppure l'aria condizionata così da risparmiare almeno un miliardo di metri cubi di gas in 6 mesi e 2 miliardi negli anni a venire.
La proposta di Cingolani mira a contenere i danni dell'interruzione ipotetica del gas Russo a partire dal mese di novembre 2022: "saremmo a posto fino a febbraio, poi a marzo ci sarebbe un piccolo deficit comprensibile, e poi ad aprile consumi andrebbero a calare".
Cingolani poi torna sul Price Cup, secondo lui è necessario per salvaguardare il mercato, esattamente come l'Europa ha voluto fare per i costi del metano limitandolo alle importazioni dalla Russia.
Gas: "Il piano antiemergenza non è controllabile"
Ma chi è che controllerebbe se il tutto è stato portato a termine?
Nessuno potrà controllare che i singoli cittadini si adeguino alle misure proposte. Inoltre nessuno conosce le esigenze di singoli cittadini sul bisogno di energia elettrica.
L'unica cosa certa è che il minimo che si riuscirà a raggiungere in inverno sarà il 71,7% e si nutre la speranza di poter arrivare al 90% degli stoccaggi entro l'inverno, Ma tutti questi calcoli vanno commisurati all'erosione e al consumo di gas giorno per giorno punto e infatti nei piani del governo volti a portare ad una resistenza per l'austerity energetica, è di fondamentale importanza che il gas il rigassificatore di Piombino entra in funzione nel gennaio 2023 mentre quello di Ravenna entro la fine del 2023. Per quanto riguarda quello di Piombino questo ha il compito di lavorare cinque miliardi di gnl di gas naturale liquido. Il problema è proprio questa dichiarazione perché si sapeva già che il rigassificatore di Piombino non sarebbe potuto nemmeno essere ultimato entro maggio.
Gas, Cingolani ammette: "Senza rigassificatori saremo in emergenza"
Cingolani oggi ammette che "se non classifichiamo in tempo il gnl che acquistiamo entreremo in emergenze energetica". Quindi delle due navi rigassificatrici comprati da Snam, il governo non può fare a meno, dice Cingolani e quindi queste rigassificatori devono entrare immediatamente in funzione.
Attualmente il governo mira ancora alla diversificazione delle nuove forniture che aumenteranno fino a 7,5 miliardi di metri cubi nel 2025 con 11,9 miliardi da Algeria, tappa e produzione nazionale e altri 12,7 miliardi dai paesi del Congo, Angola, Qatar, Egitto, Nigeria, Indonesia, Monzambico, Libia.
Attraverso il passo Gries, possono arrivare altri 12 miliardi di metri cubi in più dal nord Europa rispetto ai 2,2 attuali, e dal tappo possono arrivare altri 1,5 miliardi di metri cubi in più. l'Algeria oggi ci rifornisce per 21,2 miliardi di metri cubi che arrivano dritti a Mazara del Vallo, Ma qui possono arrivare altri 6 miliardi di metri cubi di gas. Esistono rigassificatori già in funzione a Panigaglia, Livorno, Cavarzere che forniscono 9,8 miliardi di metri cubi e che potrebbero aumentare la portata a 6 miliardi.
Tuttavia nonostante l'Italia possa fare molto per migliorarsi e potrebbe ipoteticamente arrivare anche a marzo 2023 senza andare in crisi energetica, Il problema resta il sistema di interscambio che potrebbe far saltare tutti i piani. Infatti la nostra autonomia energetica può tenere conto soltanto delle nostre riserve,virgola se un paese dell'eurozona dovesse andare in crisi Questo potrebbe attingere al sistema di interscambio così da togliere ad altri paesi.
In questo caso la crisi ricomincerebbe da capo.