18 Luglio 2022
Draghi Mattarella (imagoeconomica)
Draghi prosegue con i suoi impegni istituzionali dopo aver trascorso un tranquillo e riflessivo weekend nella sua casa al mare sul litorale laziale ed è lì che si è preparato ai suoi (forse) ultimi giorni da premier per il suo incontro ad Algeri e il nuovo accordo sul gas e soprattutto dove scrive il nuovo discorso che pronuncerà mercoledì alle due camere. Intanto però viene allietato dalla petizione firmata da oltre 1000 sindaci affinché draghi resti e si opti per il rimpasto di governo e quindi per un Draghi bis. L'ipotesi che è il Presidente del Consiglio aveva escluso inizialmente, adesso diventa quella preminente e lo diventa per tanti motivi.
Il primo fra tutti è il tradimento della Lega che, se inizialmente pensava di approfittare della crisi di governo per unirsi a Giorgia Meloni sul binario delle elezioni anticipate, seguendo dunque la costituzione che prevede di accorciare la distanza politica tra il Parlamento e i cittadini eppure come in molti sottolineano e come sottolinea anche sala, questa crisi politica non è compresa bene dalla popolazione. In realtà il motivo non è la solidità del premier agli occhi degli elettori, quanto il fatto che non si tratta di una crisi di fiducia parlamentare in senso stretto.
Esistono infatti due tipi di crisi di governo, Una è quella parlamentare, dove il premier viene chiamato a incassare la fiducia fino poi a comprendere se ha o non ha i numeri. L'altra è quella extra parlamentare e si riassume all'interno dell'esecutivo o del partito chiamato a governare. Questa crisi extraparlamentare non ha assolutamente nulla a che fare con gli elettori esattamente come nulla ha a che fare con l'elettorato la nomina di un capo di Governo di tipo tecnico esattamente come Mario Draghi.
E quindi come si può concepire l'idea che la popolazione possa comprendere una crisi di questo tipo?
Il Giornale d'Italia non a caso ha deciso di interrogare direttamente gli italiani che dimostrano di avere una tendenza assolutamente differente rispetto a quella dei mille sindaci e circa il 60% di coloro che hanno partecipato al sondaggio non vuole Draghi come Presidente del Consiglio dei Ministri.
I 9 punti sollevati dal Movimento 5 stelle sono stati utilizzati da altre correnti e partiti per mettere in crisi il movimento stesso che, pur avendo una gran quantità di parlamentari che siedono all'interno delle due camere, questi non avrebbero raggiunto i numeri necessari per farsi valere.
La destra in questo caso sarebbe stata l'ago della bilancia. La Lega Nord che ha optato per la rottura del governo nel 2020, avrebbe potuto supportare in questa crisi di governo il MoVimento 5 stelle che, infatti, sembra sia seguendo lo stesso copione. L'obiettivo della Lega sarebbe stato quello di optare per un accordo con Giorgia Meloni, una volta vinte le elezioni. Ma all'interno del partito leghista pare abbia vinto la linea di Salvini, quella del "volemose bene", gomito a gomito con Silvio Berlusconi che, di andare contro Mario Draghi, non ha proprio voglia.
E poi c'è l'Europa e ci sono gli Stati Uniti d'America e in sostanza la lobby internazionale antirussa a cui Draghi rivolge affettuosamente il suo sguardo, quella degli amici da non tradire, quella delle aspettative da confermare. Quella che chiede la stabilità e che chiede di non sciogliere il fronte pro-Ucraina che si è consolidato in Europa. Draghi ha bisogno di tenere salde queste redini ma non può dichiarare di voler restare perché glielo chiedono all'estero, è necessario che si sollevi un fronte interno al paese, magari capeggiato da Berlusconi è da Salvini riscopertosi europeista, pronto a rinnegare il fronte antisettico di qualche anno fa.
Proviamo a immaginare come sarebbe l'Europa senza Draghi, la Goldman Sachs lo avrebbe di nuovo accolto fra le sue braccia, mentre in Europa si sarebbe persa la forza legante tra tutte le correnti Pro Ucraina dei paesi europei. Il terremoto ideologico avrebbe dunque scatenato delle fratture che, successivamente, si sarebbero aperte anche all'interno del partito di Joe Biden, impegnato nelle lezioni di medio termine.
Ebbene, la stabilità italiana non può restare confinata soltanto al belpaese: si tratta di uno stato che, come ha notato anche il New York Times e hanno riportato i giornali di tutto il mondo, rischia di sollevare un terremoto politico e ideologico oltre che sociale in moltissimi stati del mondo la necessità che draghi resti seduto lì dov'è, a Palazzo Chigi, è una garanzia per questi poteri forti. E che non si dica dunque che, quando mercoledì pronuncerà il suo discorso, a restare fermo e saldo al potere, lo abbia voluto un elite sovranazionale.
di Maria Melania Barone
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