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Governo, Conte avvisa Draghi: "Dopo le elezioni no a esecutivo di unità nazionale"

Il presidente del Movimento 5 Stelle fa capire che non ci sarà un nuovo governo presieduto da Draghi dopo il 2023 e sulla guerra sprona l'esecutivo: "Sforzarsi per un negoziato"

03 Giugno 2022

Giuseppe Conte

fonte: imagoeconomica.it

Conte avvisa Draghi sul governo: "Dopo le elezioni no a esecutivo di unità nazionale". Ospite del forum Ansa che accoglie periodicamente i leader dei partiti, Giuseppe Conte è tornato a dire la sua sui temi più caldi del momento, dalla guerra in Ucraina agli equilibri politici dopo le elezioni del prossimo anno, passando per il salario minimo e le pensioni. Il destinatario principale del suo intervento è il presidente del Consiglio Mario Draghi, sia nell'immediato che nel prossimo futuro, guardando all'orizzonte delle prossime politiche. A breve termine, l'ex premier avverte Draghi sulla guerra in Ucraina, facendo capire che la strategia degli aiuti militari è insufficiente: occorre concentrare ogni sforzo sul negoziato. Sul lungo periodo, invece, fa capire che non ci sarà un nuovo governo di unità nazionale. 

Governo, Conte avvisa Draghi: "Dopo elezioni no esecutivo unità nazionale"

Intervistato dal direttore dell'Ansa Luigi Contu, il leader del Movimento 5 Stelle fa capire di augurarsi un ritorno al primato della politica sui tecnici a partire dalla prossima legislatura. Questo governo, che va dalla Lega a Leu, fonda la sua esistenza su due gravi emergenze nate una dopo l'altra: prima quella pandemica e poi quella bellica, che ha sconvolto l'Europa dopo quasi 80 anni di pace. Non può dunque giustificarsi in tempi normali. 

"Noi non possiamo augurarci un governo di unità nazionale dopo le elezioni. Un progetto politico da Leu alla Lega mi pare complicato da definire. Noi in modo costruttivo stiamo dando un contributo per andare avanti però nel contesto di un governo di emergenza", ha spiegato Conte che per le prossime elezioni dice chiaramente di augurarsi una legge proporzionale: "Potrebbe offrire un maggiore raccordo tra governati e governanti". Una posizione che si giustifica anche alla luce del calo costante nei sondaggi, dove il Movimento si attesta intorno al 15 per cento, e della crisi interna al partito, che si è manifestata per l'ultima volta in ordine di tempo con l'addio di Dino Giarrusso.

La ricetta di Conte: no a nuove armi e sì a sforzo negoziale

Sulla guerra, invece, Conte fa capire che il governo è atteso da giorni turbolenti. La posizione dei grillini è chiara: dopo tre forniture di armi a Kiev nei primi tre mesi di guerra, è il momento di concentrare "tutti gli sforzi per una soluzione politica", alla ricerca di una soluzione negoziale che costringa tutte le parti in causa a sedersi attorno allo stesso tavolo. L'appuntamento a cui guarda il capo grillino è il prossimo 21 giugno.

Quel giorno Draghi riferirà alle Camere in vista del Consiglio europeo in programma il successivo giovedì 23 giugno. Per allora Conte intende presentare una risoluzione che vincoli in qualche modo il presidente del Consiglio ai desiderata dei parlamentari che non vogliono portare avanti una strategia fondata unicamente sugli aiuti militari. Magari trovando l'appoggio di altre forze politiche, in primis della Lega, che su questo è in sintonia col Movimento.  

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