22 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
Dopo l'assemblea di Base Riformista, l'area Guerini-Lotti che raccoglie il grosso di parlamentari, ora nel Pd si parla di legge elettorale, con "voglia di proporzionale". Questo "è il momento di iniziare a ragionare sul proporzionale", ha detto all'Adnkronos il coordinatore dell'area, Alessandro Alfieri. "Serve un proporzionale con un premio di maggioranza", rilancia Stefano Ceccanti. Presto, già nella prossima settimana, Enrico Letta riunirà la Direzione del Pd e c'è chi si aspetta un passaggio sulla riforma elettorale da parte del segretario dem. A rovinare la festa è Enrico Borghi, deputato Pd e membro della segreteria di Letta, che vuole rimandare tutto a dopo "l'elezione del presidente della Repubblica".
"La mia opinione -ha detto Borghi all'Adnkronos - è che, innanzitutto, ogni cosa va fatta a suo tempo. Secondo, che l'impianto della legge elettorale è direttamente connesso con il quadro che seguirà l'elezione del presidente della Repubblica. Il percorso è chiaro: legge di bilancio, elezione del presidente della Repubblica e poi legge elettorale". E ancora: "La riforma delle legge elettorale si impone a seguito del taglio del numero dei parlamentari. Questo è stato un elemento fondante del programma del Conte 2 perché con la riduzione del numero dei parlamentari" si determina una distorsione 'iper maggioritaria' e quindi "non viene garantita la rappresentatività: rischieremmo di avere molte commissioni in cui l'opposizione sarebbe esclusa".
"Fatta questa premessa di cornice - va avanti Borghi - si può lavorare per contemperare l'esigenza di rappresentanza con quella della governabilità. E le strade sono diverse: il proporzionale con la soglia al 5% oppure un proporzionale con correttivi maggioritari. Il punto però è politico. E cioè: la Lega accetta di un'impostazione di questo genere o preferisce restare prigioniera di uno schema in cui la leadership del centrodestra è della Meloni?".
E ancora: "Quindi, discutere all'interno del Pd di legge elettorale, col rischio di richiamarci ognuno alla propria Weltanschauung, in questo momento rischia di essere solo un esercizio. Serve una verifica sul piano politico se esistono le condizioni per una larga convergenza sul piano parlamentare e in questo quadro l'elezione del presidente della Repubblica rappresenta una variabile importante: se ci sarà una larga condivisione, questo creerebbe il clima politico per una modifica della legge elettorale che non va fatta a sportellate e a colpi di maggioranza. Le due cose sono concatenate".
La modifica, dunque, va fatta "altrimenti noi rischieremmo di riprodurre il risultato del 2018 con delle coalizione finte, che si mettono assieme per partecipare alla quota maggioritaria del Rosatellum, e poi si sfasciano". Infine: "Questa è la vera presa in giro degli elettori. Noi abbiamo due schieramenti: uno in costruzione ovvero il centrosinistra e uno in disgregazione ovvero il centrodestra. Queste cose qui non avrebbero bisogno della 'droga' della tecnica elettorale, ma della politica. Chi pensa di risolvere i problemi politici con le leggi elettorali, sbaglia e il passato lo dimostra".
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