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Salvini contro islamizzazione in Italia, la proposta: “Stop a permessi per islamici finché non si impegnano a rispettare nostre leggi e tradizioni”

Nel corpo del suo intervento Salvini sottolinea la necessità di un’azione immediata dopo quanto emerso sul crescente attivismo politico di alcuni esponenti musulmani vicini al centrosinistra. Il vicepremier ribadisce che, di fronte a questa evoluzione, serve una risposta netta e afferma che senza un impegno formale al rispetto dei valori italiani “non può esserci alcuna concessione”

09 Dicembre 2025

Salvini contro islamizzazione in Italia, la proposta: “Stop a permessi per islamici finché non si impegnano a rispettare nostre leggi e tradizioni”

Matteo Salvini

Matteo Salvini si schiera contro l’islamizzazione dell'Italia. Il vicepremier lancia la proposta: “Stop a ogni permesso per gli islamici, finché non firmeranno un accordo con l’Italia e si impegneranno a rispettare le nostre leggi e tradizioni”. Una presa di posizione che arriva dopo le rivelazioni sulla “strategia islamista” emersa da alcune figure del movimento musulmano in Italia. A spingerlo a intervenire è anche un podcast di un attivista dei Giovani Musulmani d’Italia, che ragiona sull’aumento della popolazione musulmana e sulla possibilità di un partito islamico competitivo.

Salvini contro islamizzazione in Italia, la proposta: “Stop a permessi per islamici finché non si impegnano a rispettare nostre leggi e tradizioni”

Nel corpo del suo intervento Salvini sottolinea la necessità di un’azione immediata dopo quanto emerso sul crescente attivismo politico di alcuni esponenti musulmani vicini al centrosinistra. Il vicepremier ribadisce che, di fronte a questa evoluzione, serve una risposta netta e afferma che senza un impegno formale al rispetto dei valori italianinon può esserci alcuna concessione”. Una linea che ripete in più occasioni nelle ultime ore insistendo sul concetto di “tutela delle leggi e delle tradizioni italiane”.

A innescare la polemica è soprattutto il podcast Strong Beliver, in cui Ibrahim Youssef cita l’elezione di Zohran Mamdani a New York per riflettere sulle possibili prospettive politiche dell’Islam in Italia. Le sue parole hanno subito alimentato lo scontro: “Pensate al caso dell'Italia: oggi abbiamo dei partiti di destra che, quasi un secolo fa, erano coloro che sterminavano gli ebrei e invece ora promuovono lo Stato d'Israele. Hanno fatto un cambio radicale, enorme”.

Nel podcast vengono richiamate anche le stime del Pew Research Center: musulmani al 4,6% in Italia nel 2022, con proiezioni verso il 9,6% nel 2050. Una prospettiva che ha indignato Salvini, il quale vede in queste analisi la conferma dei rischi di una crescita politica “non controllata” e ha chiesto un freno immediato ai permessifinché non ci sarà chiarezza e un impegno formale”.

Intanto, nel dibattito si inserisce “Muro27 – Musulmani per Roma 2027”, rilanciato da Youssef. Il movimento mira a partecipare alla discussione politica capitolina, come spiega Francesco Tieri, ingegnere italiano convertito all’Islam: “Non siamo un partito. Quello che vogliamo fare è provare a portare delle tematiche nella discussione politica, prima che si polarizzi eccessivamente. E vorremmo che finalmente Roma attuasse quella parte del suo Statuto che prevede l'elezione dei consiglieri aggiunti”.

Youssef, guardando al futuro, aggiunge imperterrito: “Spero che nel 2050 ci siano personaggi molto migliori. Bisogna far sì che quando un musulmano entra in politica, noi lo appoggiamo”.

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