20 Settembre 2021
Fonte: lapresse.it
Dal prossimo 15 ottobre il Green pass sarà obbligatorio anche per i parlamentari che vorranno entrare a Palazzo Madama e a Montecitorio. Lo ha annunciato il presidente della Camera Roberto Fico, il quale ha equiparato il Parlamento a qualsiasi altro luogo di lavoro. "Come è sempre stato - ha detto Fico ai microfoni di Rai Radio 1 - quello che accade fuori accadrà dentro il Parlamento". "Le regole che varranno fuori varranno per la Camera", ha ribadito ancora. Ma scoppiano subito le polemiche.
Non poteva non toccare i principali luoghi politici italiani l'estensione del Green pass. Fino a questo momento il Governo non aveva potuto renderlo obbligatorio per i parlamentari a causa del principio di autodichia degli organi costituzionali che consente loro di autoregolamentarsi. Le cose però oggi, dopo le parole di Roberto Fico, stanno per cambiare anche per i politici. Ma le proteste contro la certificazione digitale non si fermano affatto. A farsi portavoce dei milioni di italiani contrari al Green pass obbligatorio è, tra gli altri, il senatore Gianluigi Paragone, il quale, dopo aver definito l'estensione del lasciapassare verde come un "atto ipocrita e meschino", ha detto: "Non esibirò alcun Green pass per entrare in Parlamento".
"Il Parlamento - ha detto ancora il leader e fondatore di Italexit - non è un luogo di lavoro. Se entriamo dentro questa logica, allora vuol dire che il Parlamento lo possiamo tranquillamente chiudere". Prima di lui, anche il deputato della Lega Claudio Borghi si è schierato contro la certificazione verde in Parlamento, annunciando un ricorso alla Corte Costituzionale. "Speravo – ha scritto poi in un tweet sul suo profilo ufficiale – che l'obbligo di Green Pass venisse esteso al Parlamento così mi avrebbe dato la possibilità di chiedere una pronuncia in merito alla Corte Costituzionale a difesa del lavoro di tutti. Adesso che pure la Consulta è ‘intimata' risponderà direttamente", ha concluso Paragone.
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