05 Marzo 2021
Fonte: lapresse.it
Le Sardine hanno intenzione di provare a risollevare il Pd dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti. Per questo motivo saranno al Nazareno sabato 6 marzo alle 12. "Domani - si legge in un comunicato - andremo al Nazareno. Non ci andremo come sardine ma come semplici cittadine, attivisti, militanti di altri partiti, lavoratrici, disoccupati, antifasciste, femministe, pensionati e disillusi. Le stesse persone che riempivano le piazze un anno fa. Un corpo eterogeneo come è l’elettorato di un partito che dovrebbe rivolgersi anche a noi ma la cui voce spesso non arriva oltre le stanze dei bottoni".
"Non ci andremo sfondando le porte ma chiedendo di aprirle", continua il comunicato, che poi propongono la loro "soluzione": "Se il Pd non va al Paese, il Paese andrà al Pd", hanno fatto sapere. "Le dimissioni di Nicola Zingaretti si possono leggere in tanti modi, ma il punto rimane. Se Piazza Grande e l’allargamento del partito non si è mai realizzato è anche colpa di tanti di noi, che hanno atteso un invito troppo a lungo, che hanno finito per innamorarsi delle proprie etichette esattamente come i dirigenti di partito si innamorano dei loro blocchi di potere".
E ancora: "Possiamo fare di meglio possiamo fare di più. Lo facciamo tutti i giorni nelle nostre battaglie politiche sul clima, sul diritto all’abitare, per la difesa dei rider e nelle vertenze sindacali, nel dare voce agli invisibili e alle vittime della cattiva politica, nelle parrocchie, nei centri sociali e nei centri diurni. Ci sporchiamo le mani ogni giorno, ma non basta. C’è una sfida politica enorme che ci attende e serve un nuovo colpo di reni".
"Frammentati non si va da nessuna parte, insieme possiamo spostare montagne", prosegue il comunicato. "Proporremo a Valentina Cuppi di portare il partito nel mare aperto del confronto, di aprire le porte delle sezioni, a partire dalla sede nazionale. Di non accontentarsi di siglare l’ennesima resa tra correnti tralasciando gli 'esclusi'. Di invitare a priori per evitare di dover spiegare a posteriori. Se il Partito democratico non è capace di essere il perno della ricostruzione del campo progressista, può almeno favorirne la ricostruzione", avvertono in seguito.
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Infine: "Non siamo forza di governo né lista elettorale, conosciamo bene il nostro ruolo, ma siamo bravi negli inviti e il Pd, così come tanti altri partiti, ha un disperato bisogno di tornare a fare inviti credibili. Poi starà a noi decidere se vorremo contribuire a costruire la nuova casa dei progressisti o se continuare ad annoverarci tra chi punta il dito all’infinito". "Senza forze fresche non si cambia l’inerzia del gioco. Domani avremmo tutti di meglio da fare, noi per primi", si legge dal comunicato. "C’è una pandemia in atto, ne siamo consapevoli. Ma non è più tempo per la politica da social e tra vent’anni vogliamo poter dire che almeno ci abbiamo provato, invece che trovarci nel 2040 a lamentarci del nuovo ventennio subito passivamente. Sarà un flop? Non dipenderà da noi. L’invito è lanciato, ciascuno deciderà per sé. Ma il momento è ora. Ci vediamo alle 12 al Nazareno (tamponati!)"
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