26 Febbraio 2021
Giuseppe Conte (foto laPresse)
Nei 5Stelle, sempre più alle prese con una crisi interna mai così complicata, in tanti lo vedono come il salvatore di un movimento che sta cercando di riorganizzarsi e di proseguire quel cambiamento di “pelle” e mentalità che lo vede, ormai, parte di quel sistema politico per molto tempo contestato. Stiamo parlando di Giuseppe Conte, ovviamente, nel quale, nonostante tutto, sono in molti a credere ancora. Per ora l’avvocato del popolo nicchia, fa intuire che non gli dispiacerebbe ma, per ora, ricomincerà a sedersi sulla sua cattedra dell’Università di Firenze: domani alle 15.30 è in programma una sua lectio magistralis in diretta video streaming.
Avendo conosciuto Conte in questi mesi sappiamo tutti che l’idea di rivestire nuovamente un ruolo di primo piano, questa volta come leader di partito, un’idea che lo stuzzica parecchio, quella di esserlo di tutta l’alleanza di centrosinistra ancora di più. Grillo ed una buona parte dei suoi premono perché si vada in questa direzione. Per ora restano congelate le candidature per il Comitato direttivo, l'organo collegiale che dopo il voto online del 17 febbraio ha sostituito la figura del capo politico, questo perché: "Una nuova campagna elettorale interna ci logorerebbe", come ha osservato un pentastellato. Il Movimento 5stelle è uscito a pezzi dalla partita relativa alla scelta dei sottosegretari, tra la rabbia degli esclusi e le contestazioni di chi non ha digerito determinate scelte. Dopo l'ondata di espulsioni della scorsa settimana, altri parlamentari si preparano a lasciare il Movimento. Ultimo, in ordine di tempo, ad abbandonare la “baracca” dovrebbe essere Giorgi Trizzino, anche se oggi l’interessato avrebbe semtito.
Come sappiamo, alcuni dei nuovi fuoriusciti potrebbero ingrossare le fila de 'L'alternativa c'è', la componente di Camera e Senato fondata dagli espulsi e che oggi ha visto l’ingresso anche del senatore Emanuele Dessì: "Siamo pronti a svolgere un ruolo di sentinella nel Paese" ha affermato all'Adnkronos il parlamentare spiegando le ragioni del suo addio al Movimento. Dessì è uno dei 6 senatori che lo scorso 17 febbraio non hanno partecipato al voto di fiducia sul governo Draghi. Con lui sono stati in 12 a dare forfait, quale sarà il loro destino e le loro scelte? Quello che certo è che il Movimento sta perdendo più di un pezzo.
In queste ore i direttivi grillini di Montecitorio e Palazzo Madama stanno valutando la posizione dei parlamentari assenti: chi non fornisce una motivazione valida è fuori. "Ho confermato ai vertici del gruppo che il mio 'non voto' era legato a ragioni di dissenso", afferma il deputato Cristian Romaniello, di fatto pronto per l'espulsione. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, qualcuno avrebbe presentato un certificato medico per giustificare la mancata partecipazione al voto di fiducia.
In molti M5S, intanto, hanno chiesto un cambio di passo, tra i primi Sergio Battelli e Stefano Buffagni, che parlano di "evoluzione" auspicando un impegno di Conte nel rilancio del progetto pentastellato. Intervistato da 'Repubblica' il ministro degli Esteri Luigi Di Maio traccia la sua rotta: "Il Movimento è cresciuto, maturato. Questo governo rappresenta il punto di arrivo di un'evoluzione in cui i 5 Stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull'ecologia".Rotta che, come consuetudine, non tutti i pentastellati condividono. "Il Movimento 5 Stelle non è una forza moderata e liberale, non lo è mai stata e non lo diventerà. Punto", ha rimarcato su Facebook il senatore Andrea Cioffi. Ancora più duro Massimo Bugani, capo staff del sindaco di Roma Virginia Raggi ed ex membro dell'Associazione Rousseau: "15 anni di battaglie per diventare una costola di Berlusconi? Un trionfo. Gianroberto Casaleggio in piazza ci fece scandire il nome di Berlinguer, non quello di 'Luigi' De Mita".
Intanto, a quanto si apprende da fonti M5S, domenica Beppe Grillo dovrebbe riunire nella sua casa di Marina di Bibbona lo stato maggiore del Movimento 5 stelle. Al centro del vertice, il futuro del Movimento e l'ipotesi di un ruolo per Giuseppe Conte.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia