03 Ottobre 2025
Obiettivo Italia 2025, il viaggio itinerante promosso dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo guidata da Mauro Micillo, fa tappa a Milano e rilancia il dialogo con le principali imprese italiane.
All’incontro hanno preso parte circa 90 rappresentanti del tessuto imprenditoriale lombardo che, sommati ai circa 300 delle precedenti tappe di Vicenza, Firenze, Lonato del Garda, Torino e Napoli, segnalano la crescente attenzione delle aziende a confrontarsi su scenari e soluzioni per affrontare le sfide future.
Durante l’evento si è discusso del contesto internazionale e del suo impatto sulle imprese lombarde, della gestione dei rischi grazie al supporto dell’intelligenza potenziata e delle nuove frontiere della digitalizzazione. Emerge come le imprese lombarde, pur in uno scenario globale segnato da inflazione e tensioni commerciali, mostrino forti segnali di reattività, grazie alla capacità di diversificare sia in termini di mercati, sia di prodotti, e alla spiccata propensione a innovare.
“Obiettivo Italia prosegue con successo mantenendo un impegno costante a sostegno del tessuto imprenditoriale, offrendo strumenti e momenti di confronto per aiutare le imprese a interpretare i cambiamenti di mercato e a trasformarli in opportunità di crescita”, ha dichiarato Michele Sorrentino, Responsabile IMI CIB Italian Network di Intesa Sanpaolo. “La Lombardia conferma la propria centralità per l’economia del Paese: un ecosistema in cuiindustrie, finanza e innovazione si incontrano, generando nuove opportunità per le aziende e favorendo l’apertura verso mercati internazionali.”
In Lombardia l’Italian Network della Divisione IMI CIB conta 66 professionisti attivi a Milano, Bergamo, Como e Monza. Segue circa 4.000 aziende riconducibili a oltre 750 gruppi, con impieghi medi per cassa nel 2024 superiori a 23 miliardi di euro, pari a circa il 29% dei volumi complessivi dell’Italian Network.
Prossimamente Obiettivo Italia 2025 proseguirà a Bologna e Roma, confermando l’impegno della Divisione IMI CIB ad accompagnare le imprese con soluzioni avanzate e approcci personalizzati per una crescita sostenibile in un contesto in rapido cambiamento.
Secondo le analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo, l’economia italiana mostra crescenti segnali di resilienza alle numerose tensioni e crisi geopolitiche in atto, potendo contare sulla forza del proprio sistema manifatturiero, l’ampia capacità di risparmio delle famiglie e la solidità del sistema bancario. Nell’anno in corso, l’evoluzione dell’economia italiana e di quella lombarda sarà sostenuta dai consumi, che potranno beneficiare del recupero del potere d’acquisto delle famiglie. Tassi di interesse più contenuti consentiranno agli investimenti di tornare a crescere, soprattutto tra le imprese più innovative e guidate da giovani.
Una spinta agli investimenti potrà venire poi dalla messa a terra dei fondi del PNRR che subirà un’accelerazione nel biennio in corso e dalla finalizzazione delle opere per le olimpiadi invernali 2026. A livello settoriale, dalla survey condotta dal Research Department sul personale che intrattiene relazioni con la clientela imprese emerge un quadro eterogeneo: la crescita sarà guidata da servizi avanzati, utilities, filiera del turismo, sanità, trasporti e logistica, settori dove la Lombardia spicca. La situazione è più complessa nel manifatturiero a causa soprattutto della discontinuità della politica commerciale statunitense.
L’impatto dei dazi sul sistema manifatturiero italiano potrà essere mitigato dalla elevata qualità dei prodotti italiani e dalle strategie di diversificazione delle imprese riguardanti i mercati di sbocco dell’export italiano. L’Italia, insieme alla Germania, è l’economia europea più esposta sul mercato USA: gli Stati Uniti assorbono il 10,4% dell’export italiano. La Lombardia ha un’esposizione inferiore sul mercato USA: nel 2024 l’export verso gli Stati Uniti è stato pari a 13,7 miliardi di euro, corrispondente all’8,4% circa del totale esportato dalla regione. Al primo posto per valori esportati dalle imprese della regione verso gli Stati Uniti si colloca la Meccanica con 2.778 milioni di euro. Segue la Farmaceutica, con 1.178 milioni. Al terzo posto l’Elettrotecnica con 1.065 milioni, poi i Prodotti in metallo con 964 milioni, l’Abbigliamento (902 milioni), la Filiera pelle (830 milioni) e la Cosmetica (779 milioni). Tra questi settori, l’incidenza degli USA sul totale esportato è particolarmente elevata per Filiera pelle (15%) e Cosmetica (13%), è di circa il 12% per Farmaceutica ed Elettrotecnica, mentre per l’Abbigliamento si colloca all’11%. L’importanza del mercato americano è confermata dall’ampio avanzo commerciale realizzato dalla Lombardia negli USA nel 2024, che è stato pari a 8,5 miliardi di euro.
Grazie a un’indagine interna condotta con i colleghi di Intesa Sanpaolo che si occupano di internazionalizzazione è stato possibile individuare le reazioni delle imprese ai dazi americani. Emerge una forte reattività delle imprese italiane e lombarde che, di fronte alla minaccia di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, stanno cercando nuovi clienti in altri mercati. Al contempo,emerge l’interesse da parte degli operatori italiani ad aprire nuove filiali commerciali e produttive proprio negli Stati Uniti.
L’economia lombarda già nel recente passato ha mostrato di saper cogliere le opportunità offerte da nuovi mercati. Tra il 2019 e il 2024 tra i primi quindici mercati per crescita in valore delle esportazioni vi sono Polonia (+1,7 miliardi di euro), Cina (+1,3 miliardi), Turchia (+1,2 miliardi), Emirati Arabi Uniti (+967 milioni) e Arabia Saudita (+897 milioni).
Inoltre, l’industria lombarda spicca per propensione a innovare e diversificazione produttiva: oltre alla filiera metalmeccanica, primo comparto per export della regione, le varie province della regione sono specializzate nel Sistema moda, nella Chimica, nell’Elettronica, nell’Elettrotecnica, nella Farmaceutica, nella Cosmetica, nell’Aerospazio, nella Gomma e Plastica e nell’Agro-alimentare. In Lombardia sono monitorati dal Research Department ventitré distretti industriali e tre poli tecnologici.
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