24 Settembre 2025
La fotografia annuale del dono in Italia scattata dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in occasione del Giorno del Dono 2025 mostra quanto il desiderio di donare degli italiani sia tenace se incoraggiato e promosso, soprattutto tra i giovani.
L’Osservatorio sul dono è sostenuto per il secondo anno da BPER Banca, padrone di casa dell’evento di presentazione del rapporto “Noi doniamo” tenutosi oggi a Milano. L’Osservatorio sul dono, costituito da IID nel 2018 in occasione del Giorno del Dono, ha l'obiettivo di condividere dati, analisi e tendenze con le imprese, l'opinione pubblica, i media e il terzo settore.
La lettura della propensione a donare in Italia negli ultimi anni permette di delineare un’evoluzione della generosità nel nostro Paese grazie alla crescita degli atti concreti: dopo i difficili anni vissuti in emergenza Covid, si assiste ad una lenta ma costante ripresa della volontà di donare e donarsi agli altri e alla comunità. È quanto emerge dall’ 8^ edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione in occasione del Giorno del Dono 2025 - #10annidiDonoDay, la più grande festa nazionale del dono e della donazione in Italia, che quest’anno celebra il suo primo decennale dall’istituzione della Legge 110/15, la norma che ha istituito in Italia – unico Paese al mondo – il 4 ottobre di ogni anno quale Giorno del Dono.
Il rapporto ha indagato lo stato dell’arte delle tre dimensioni del dono - di denaro, di tempo e competenze (il volontariato) e biologica – nel 2024 e si qualifica come fonte scientifica di riferimento per la cultura e la pratica del dono in Italia. Per ciascun ambito il rapporto misura le pratiche e la propensione al dono delle persone residenti in Italia (+14 anni), con dati generali accompagnati da approfondimenti tematici affidati ad esperti e centri di ricerca. Sono partner del progetto Osservatorio sul dono ASSIF, Caritas Italiana, Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, CMW, Doxa, Eumetra, Istat, Scuola di Fundraising di Roma, Walden Lab.
"BPER Banca rinnova anche per l’edizione 2025 il suo sostegno al Giorno del Dono" - dichiara Daniele Pedrazzi, Responsabile di BPER Bene Comune. “Il nostro supporto all’Osservatorio sul dono e la collaborazione con l'Istituto Italiano della Donazione rientrano in un più vasto programma di iniziative di BPER Bene Comune tese a creare valore sociale a favore della comunità. Lo studio realizzato dall'Osservatorio è un prezioso contributo che aiuta a conoscere e interpretare le dinamiche relative al dono e agevola la realizzazione di azioni concrete da parte di enti, associazioni, istituzioni e banche come la nostra, contribuendo anche a creare un network virtuoso tra tutte le parti coinvolte".
Commenta il presidente IID Ivan Nissoli: “Il report “Noi doniamo” è un’occasione di rilettura e aggiornamento della cultura solidale in Italia, per questo è un utile strumento non solo per registrare gli andamenti delle forme di dono, ma anche e soprattutto per fornire chiavi di lettura su come tali pratiche si modificano ed evolvono. Poter contare su un Osservatorio, che ogni anno analizza l’evoluzione del rapporto fra le persone e il dono, è una preziosa opportunità sia per l’opinione pubblica che per gli enti del terzo settore che possono così leggere, in modo qualificato e analitico, il mondo che li circonda. il rapporto stesso vuole essere un dono che aiuta tutti gli attori a rafforzare le relazioni con i propri sostenitori, ad impreziosirle, a rispondere alle tante sfide che incontrano ogni giorno. Non a caso abbiamo usato la prima persona plurale nel titolo “Noi doniamo”: il dono è un gesto che, anche se fatto da un singolo, abbraccia l’intera comunità.”
Il rapporto analizza anzitutto il comportamento donativo tramite versamento di denaro per buone cause, in particolare, al terzo settore, utilizzando diverse fonti che prendono in considerazione i due punti di vista più importanti: gli enti non profit da un lato e il donatore (privato cittadino e aziende) dall’altro. Grazie all’Indagine sulle Raccolte Fondi dell’IID, arrivata alla sua XXIII edizione, viene tracciata una fotografia approfondita delle raccolte fondi del non profit, mentre il donatore è al centro dell’indagine Doxa “Italiani solidali”, realizzata su un campione di 2000 individui attraverso interviste quantitative in profondità. Il contesto di riferimento viene analizzato grazie al contributo Istat “Aspetti della vita quotidiana” (AVQ) condotta su un campione di 20.000 famiglie e 50.000 cittadini. Infine, partendo dall’Italy Giving Report di Vita Non Profit Magazine, “Noi doniamo” esplora il valore delle donazioni complessive da privati cittadini nell’ultimo anno fiscale disponibile, il 2022.
Donazioni: timidi ma costanti segnali di ripresa
Nel 2024 (dati Istat) il numero di italiani di età maggiore di 14 anni che hanno donato denaro ad un'associazione almeno una volta nell’ultimo anno è aumentato di 0,6 punti percentuali, attestandosi all’11,6% in confronto all’11% nel 2023: questo dato, tradotto in valore assoluto, attesta che in Italia ci sono 6.021.000 di donatori.
L’Italy Giving Report del magazine Vita, che si basa sulle dichiarazioni dei redditi 2023 riferite all’anno di imposta 2022, registra un considerevole aumento delle donazioni: +9,83% per un totale di quasi 7 miliardi e mezzo di euro donati. Il numero dei donatori è ancora limitato rispetto al totale dei contribuenti, ma – sottolinea Vita – in costante aumento: 2.130.739 atti donativi, il 6% in più rispetto all’anno prima.
Donazioni informali
L’analisi realizzata da Doxa registra invece una diminuzione delle donazioni informali nel 2024 pari a un decremento di 5 punti percentuali della quota di coloro che, nei 12 mesi precedenti, hanno effettuato almeno una donazione informale, passando da 55% al 50%: solo un italiano su due ha donato in modo informale nel 2024. In particolare – si legge nel capitolo a cura di Valeria Reda –, le voci che hanno visto una maggiore diminuzione sono le donazioni in contanti a persone bisognose/elemosina (che passano dal 19% al 16%), le raccolte informali sia a carattere non religioso (dall’11% al 9%) che religioso (dal 9% al 7%), ma lo stacco più netto si ha per le collette a fronte di emergenze: un dato che si dimezza, passando dal 18% al 9%. Questo risultato è indubbiamente influenzato dal fatto che, fortunatamente, il 2024 non ha visto l’imporsi di eventi drammatici, come invece accaduto negli anni precedenti a causa di Covid, terremoti, emergenze umanitarie, ecc.
Età, genere e profili dei donatori
I dati Istat mostrano che la percentuale più alta di donatori in Italia, il 15,6%, ha un’età compresa fra i 65 e i 74 anni, seguita rispettivamente dai 55-59enni (13,9%), dai 45-54enni (13,8%) e dai 60-64enni (13,3%). È facile quindi sintetizzare che, all’aumentare dell’età, aumenta il numero di donatori, in particolare dai 45 anni (età della stabilizzazione famigliare e professionale) in poi, con un picco tra i 65-74enni, per poi ridiscendere per gli over 75.
Parallelamente, la propensione a donare diminuisce con l’abbassarsi dell’età, un dato sicuramente influenzato dalla minore disponibilità economica: infatti, tra i donatori italiani l’11,9% ha 35-44 anni, l’8,6% 25-34 anni, il 5,2% 20-24 anni, il 4,4% 18-19 anni e 1,6% 14-17 anni.
Solo il 31,8% dei donatori è sotto i 44 anni età
Per quanto riguarda il genere si evidenzia un leggero sorpasso delle donne rispetto agli uomini: le donatrici sono l’11,9% della popolazione femminile, contro l’11,2% degli uomini, su un dato nazionale di 11,6%. La differenza più marcata si ha fino ai 60 anni, per poi invertire la rotta a favore degli uomini in tarda età. Interessante notare che il maggiore stacco in assoluto è dato dalla fascia 18-19 anni, dove il sorpasso femminile è di quasi 4 punti percentuali: 6,2% contro 2,5%.
Tra i donatori, anche i dati Doxa evidenziano una prevalenza di donne rispetto agli uomini sia per le donazioni informali (57% donne, 43% uomini) che per quelle formali (56% donne, 44% uomini).
Relativamente al titolo di studio, la quota maggioritaria è rappresentata da laureati (23,7%), in crescita rispetto al 22,8% del 2023), seguiti da chi ha conseguito un diploma di scuola superiore (12,2% rispetto al 12,1% dell’anno precedente), la licenza di scuola media (6,2% in confronto al 5,5% del 2023) e la licenza elementare o nessun titolo di studio (5,8% rispetto al 4,9% dell’anno precedente).
Classifica regionale
Secondo dati Istat, le percentuali di donatori rispetto alla propria popolazione di riferimento, a livello geografico, assegnano il primo posto al Nord che registra il 14,1% di donatori, rispetto a un dato nazionale dell’11,6% (il 13,7% nel Nord-ovest, 14,5% nel Nord-est), a seguire il Centro con il 13,6%, chiudono la classifica il Sud (7%) e le Isole (6,7%). Da sempre, il Trentino-Alto Adige è la regione con la quota più alta di donatori rispetto alla totalità dei residenti, con il 22,6%.
Raccolte fondi da parte delle associazioni
Ogni anno IID monitora la situazione delle organizzazioni non profit che migliorano, peggiorano o mantengono stabili le proprie entrate totali e, in particolare, la raccolta fondi: quest'anno hanno partecipato all'indagine 376 Organizzazioni Non Profit (ONP).
I risultati del 2024 confermano una situazione di stabilità rispetto all’anno precedente, seppur con piccoli margini di crescita negli ultimi due anni: il 41% del campione ha registrato un incremento di entrate totali (38% nel 2023); il 19% denuncia un decremento (24% nel 2023) e il 40% conferma una sostanziale stabilità (38% nel 2023).
Fonti di entrata e strumenti delle associazioni
La fonte di maggiori entrate nella raccolta fondi da individui si conferma essere l’erogazione liberale da persone fisiche (63%), seguita da un minore impatto del 5x1000 (36% vs il 39% del 2023).
In lieve miglioramento rispetto all’anno precedente le entrate provenienti da aziende: il 31% registra un aumento (27% nel 2023). Ma forse il dato più significativo è il 63% (vs 59% del 2023) di enti che dichiara di non avere entrate di raccolta fondi da aziende.
Guardando gli strumenti di raccolta fondi si evidenzia un sostanziale ritorno alla predilizione per iniziative in presenza. Infatti, tra gli strumenti maggiormente utilizzati perché ritenuti efficaci, ai primi posti troviamo banchetti/eventi di piazza con il 40% ed eventi in generale con il 30%, confermando una tendenza che si va affermando nel post Covid.
Donazioni digitali
Si riporta un dato tratto dall'Indagine sulle raccolte fondi digitali, promossa da Nexi in collaborazione con l'Osservatorio sul dono e realizzata da IID nel novembre 2024. L’indagine ha scattato una fotografia degli strumenti digitali utilizzati dalle associazioni per raccogliere fondi per mettere in evidenza e analizzare le principali tendenze, le barriere ancora presenti e le opportunità legate all'adozione di tali strumenti per donare. Dall’indagine emerge che, nelle iniziative in presenza, lo strumento ancora oggi più utilizzato è il denaro contante per il 44% dei rispondenti, seguito dal POS per il 17% e dalle piattaforme di pagamento digitali per il 10%.
I dati aggiornati contenuti nel report presentato oggi ci dicono che gli strumenti digitali per raccogliere fondi (non solo iniziative in presenza ma in generale) sono utilizzati dal 49% del campione, in crescita del 7% rispetto al 2023; tra questi il 70% raccoglie tramite bonifico bancario online, seguito dalle piattaforme di pagamento digitali per il 44%, dal POS per il 29% e dalla carta di credito per il 22%.
Il bilancio degli enti non profit
Si segnala infine che, guardando le non profit iscritte al RUNTS (il 92% del campione), il 44% non pubblica il bilancio sul proprio sito ma si limita a farlo, come obbligo, nel RUNTS stesso, dove il donatore non ha famigliarità alla consultazione. Il dato che più colpisce è il fatto che la maggior parte di queste sono realtà di grandi dimensioni.
“Come già evidenziato in tutte le indagini condotte - sottolinea Cinzia Di Stasio, Direttrice IID - la maggiore barriera alla donazione risulta essere proprio la scarsità delle informazioni e la percezione che gli enti comunichino troppo poco, dimenticando che tra gli strumenti di consultazione c’è proprio il sito o le pagine social dell’ente. L’IID, forte di questa consapevolezza, ha reso obbligatorio sin dall’inizio della sua attività la pubblicazione del bilancio e delle diverse rendicontazioni sui siti delle associazioni che aderiscono a www.iodonosicuro.it, quale elemento di garanzia per il donatore”.
La ripresa del volontariato
I dati Istat mostrano, nel 2024, una crescita sostanziale delle persone che svolgono attività gratuite in associazioni di volontariato, passando dal 7,8% all’8,4%. In lieve aumento anche il numero di coloro che svolgono attività in associazioni non di volontariato, che passano dal 2,4% del 2023 al 2,7% del 2024, lo stesso livello di impegno che era stato registrato nel 2022.
In numeri assoluti abbiamo 4.346.000 persone (311.000 in più rispetto al 2023) che fanno volontariato in associazioni di volontariato, da sommarsi a 1.388.000 persone che svolgono attività in associazioni non di volontariato (138.000 in più rispetto al 2023). In totale parliamo di quasi 6 milioni di volontari in Italia (5.734.000 persone), un numero molto simile a quello dei donatori di risorse economiche (6.021.000).
Le persone che svolgono attività gratuite in associazioni di volontariato vedono la quota più alta fra i giovani nella fascia 18-19 anni (10,1%), seguita poi, nell’ordine, da quella 65-74 anni (9,9%, in crescita di 0,2%), 44-54 anni (9,5%), 60-64 anni (9,2%), 20-24 anni (9%), 35-44 e 55-59 anni (entrambi all’8,4%), 14-17 anni (6,5%) e over 75 (5,1%). Meno marcate le differenze di età fra chi svolge attività gratuite in associazioni non di volontariato.
Le donne
Si evidenzia la preminenza delle donne rispetto agli uomini fino ai 65 anni, per poi invertire la rotta. È probabile che questo dato dipenda dal fatto che gli uomini, raggiunta l'età della pensione, abbiano più tempo a disposizione rispetto a prima, al contrario l'impegno delle donne resta pressoché costante. Interessante notare che il maggiore stacco in assoluto è dato dalla fascia 18-19 anni, dove le ragazze staccano di 4,3 punti percentuali i ragazzi: 12,2 contro 7,9. Negli anni a seguire, la percentuale femminile oscilla leggermente ma rimane sempre in linea o superiore al dato nazionale fino al settantaquattresimo anno d'età.
La donazione: uno strumento per cambiare il mondo
Dai dati Istat emerge chiaramente come la propensione alla donazione economica aumenti con l’aumentare dell’età; infatti, la fascia dei giovani (indentificata nei 14-35enni) dona meno rispetto alle altre, sicuramente a causa di una inferiore disponibilità economica. Ma cosa sappiamo davvero delle preferenze, modalità e propensioni degli under 35?
In valori assoluti, i giovani che donano sono 773.000 e rappresentano il 12,8% dei donatori totali; di questi 355.000 sono maschi, 417.000 femmine.
Per quanto riguarda il volontariato in associazioni di volontariato, gli under 35 superano il milione di persone, arrivando a 1.031.000, di cui 53,4% sono femmine e 46% maschi. A questi, se sommiamo i giovani della stessa fascia d’età che fanno attività in associazioni non di volontariato (368.000), arriviamo a 1 milione e 400 mila giovani volontari. In percentuale sul totale dei volontari in Italia (in associazioni di volontariato) possiamo dire che gli under 35 sono il 24% sul totale dei volontari, una percentuale doppia rispetto a quella dei coetanei che donano risorse economiche.
Il dono dei giovanissimi (14 -19 anni)
Se andiamo a mettere sotto la lente la fascia dei giovanissimi vediamo che i ragazzi che donano nella fascia 14-19 anni aumentano di 14.000 unità, passando da 76.000 del 2023 a 90.000 del 2024, andando così a rappresentare l’1,5% sul totale dei donatori, contro l’1.3% del 2023.
Guardando al volontariato, la fascia dei giovanissimi 14-17 anni registra un aumento di 42.000 unità, passando da 231.000 del 2023 a 273.000 nel 2024, rispettivamente il 5,7 % sul totale dei volontari nel 2023 contro il 6,3% del 2024.
Il dono motore di cambiamento per i giovani: una lettura più approfondita
Paolo Anselmi (Walden Lab) insieme a Barbara Martinelli (Eumetra) e Francesco Spagnolo (Caritas Italiana) nei loro contributi regalano uno spaccato inedito sul dono dai giovani, delineando interessanti punti fermi.
I giovani e le donazioni economiche
Paolo Anselmi (Walden Lab) insieme a Barbara Martinelli (Eumetra) nel capitolo I giovani e il dono: le peculiarità a livello di comportamenti e atteggiamenti” tracciano un quadro molto interessante dei giovani e il dono:
“Per quanto riguarda la donazione economica - sottolinea Anselmi - si evidenzia una elevata “mobilità”: i giovani, rispetto ai donatori più maturi, sono meno abitudinari ed hanno una maggiore tendenza a cambiare, di anno in anno, le organizzazioni che decidono di sostenere. Fondamentale la scelta della causa: gli under 35 scelgono più in base alla causa da sostenere che all’ente. Idealisti e proiettati verso il futuro, preferiscono sostenere associazioni che si battono per la difesa dei diritti civili e la pace, l’ambiente, la protezione degli animali e la tutela del patrimonio artistico. Questo dato, se confrontato con le preferenze dei donatori italiani nella loro totalità (dati Doxa), presenta differenze significative dato che, tra le prime cause sostenute, troviamo salute e ricerca scientifica, aiuti umanitari durante le emergenze, disabilità e povertà in Italia”.
Aggiunge Martinelli: “Indagando la motivazione che muove i giovani a donare, si vede chiaramente emergere una dimensione sociale che sembra contare molto di più rispetto alla dimensione individuale. La donazione è vissuta come opportunità di contribuire al bene comune e di “fare la differenza”. La gratificazione personale - il "sentirsi bene con sé stessi" per aver fatto qualcosa di buono - è presente e agisce come rafforzamento della motivazione sociale. Conta molto la partecipazione in prima persona e il senso di appartenenza che la donazione genera, il sentirsi dentro un progetto condiviso, la promessa di essere parte di una comunità impegnata a rendere migliore il mondo in cui viviamo”.
Gli under 35 preferiscono strumenti rapidi, semplici e facilmente integrabili nella vita quotidiana, spesso attraverso metodi di pagamento immediati come i canali digitali (PayPal, Satispay etc) e QR Code.
I giovani pretendono una comunicazione trasparente e concreta, che dia conto dei risultati raggiunti e che dia la sensazione che la propria donazione abbia avuto un impatto reale sui progetti sostenuti. Proprio per questo, le maggiori “barriere” a continuare a sostenere la stessa organizzazione consistono prevalentemente nella percezione di una mancanza di trasparenza e di efficacia, soprattutto a causa di una comunicazione troppo generica e incapace di creare coinvolgimento, oltre che a procedure di donazione che appaiono troppo macchinose.
Volontariato in Caritas
Francesco Spagnolo, nel suo contributo “Il volontariato giovanile nel mondo Caritas” fa emergere come la spinta a fare volontariato derivi spesso da una esperienza diretta attraverso l’attività in parrocchia o il servizio civile, che rappresenta una porta d’accesso privilegiata: “Per gli under 35, a differenza degli altri volontari, la motivazione più forte risulta “essere utile agli altri, alla società”; solo un quarto del campione dichiara, invece, di fare volontariato spinto esclusivamente dalla fede religiosa. Questa situazione è ribaltata se si guardano i volontari più maturi, dove la componente religiosa rappresenta la motivazione prevalente. La maggior parte dei giovani volontari offre piccoli spazi di tempo, anche solo 5 ore mensili, ma in maniera costante, rendendosi comunque partecipe della propria comunità e aumentando la percezione di efficacia sociale”.
Prosegue la crescita
Le donazioni di sangue ed emocomponenti nell’anno 2024 sono state complessivamente oltre 3 milioni, con una crescita dell’1,1% rispetto al 2023. Un risultato che si è potuto ottenere grazie a una platea di 1,67 milioni di donatori di sangue ed emocomponenti iscritti per la gran parte alle quattro principali associazioni: AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS e FRATRES.
In aumento anche le donazioni di plasma, la parte liquida del sangue, necessaria alla produzione dei cosiddetti farmaci plasmaderivati. Nel 2024 la raccolta in Italia è stata da record, tanto da superare la soglia delle 900 tonnellate, con un aumento del 3% rispetto al 2023.
Il Centro Nazionale Trapianti ha sottolineato come il 2024 sia stato un anno di primato anche per la donazione e il trapianto di tessuti, oltre che di organi. La conferma arriva dal report annuale: le donazioni di cornee, cute, tessuto muscolo-scheletrico e delle altre tipologie di tessuto umano hanno raggiunto quota 15.487 prelievi, il numero più alto mai realizzato in un anno, con un'ulteriore crescita (+1%) rispetto al record segnato nel 2023. Ancora migliore il dato se si guarda ai trapianti: nel 2024 gli interventi effettuati sono stati 25.872, il 3,7% in più rispetto all'anno precedente.
Alla data dell’8 aprile 2025 le dichiarazioni in vita depositate nel sistema informativo trapianti erano 22,3 milioni: 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni.
Il rapporto completo è stato presentato oggi, mercoledì 24 settembre nell’ambito degli eventi organizzati in occasione del Giorno del Dono 2025 previsto per legge il 4 ottobre di ogni anno. Sono intervenuti Ivan Nissoli, Presidente IID; Daniele Pedrazzi, Responsabile BPER Bene Comune; Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Nazionale Terzo Settore; Chiara Tommasini, Presidente CSVnet; Raffaele Amore, Presidente CESVOLAB; Cinzia Di Stasio, Direttrice IID; Paolo Anselmi, Presidente Walden Lab; Barbara Martinelli, Eumetra; Valeria Reda, Senior Research Manager Doxa, Resp. Italiani Solidali; Sabrina Stoppiello, Responsabile Censimento Permanente delle istituzioni non profit Istat. Modera Giulio Sensi, Giornalista e comunicatore sociale.
Il rapporto conta sulla collaborazione di diversi enti ed esperti sul tema. Gli approfondimenti tematici sono stati curati da: Valeria Reda - Senior Research Manager Doxa, Resp. Italiani Solidali: Donazioni a ONP e donazioni informali a valle delle grandi emergenze degli ultimi anni; Sabrina Stoppiello e Mauro Caramaschi - Istat, Direzione centrale per le statistiche economiche: La raccolta fondi delle istituzioni non profit; Francesco Spagnolo - Caritas Italiana: Il volontariato giovanile nel mondo Caritas; Paolo Anselmi - Managing Partner di Walden Lab e Barbara Martinelli - Research Director di Eumetra: I giovani e il dono: le peculiarità a livello di comportamenti e atteggiamenti; Letizia Bucalo Vita e Rosalba Pastena - ASSIF, Associazione Italiana Fundraiser: Tempo donato, futuro costruito. Il peopleraising come strategia generativa per il Terzo Settore; Massimo Coen Cagli - Co-fondatore e direttore scientifico della Scuola di Fundraising di Roma: Giovani donatori e fundraising tra attivismo e protagonismo.
Durante l’evento è stato presentato anche il programma delle iniziative Capitale Italiana del Dono 2025 che si svolgeranno nel territorio Irpinia Sannio e saranno realizzate in collaborazione con il CESVOLAB - CSV Irpinia Sannio ETS. Sottolinea Raffaele Amore, presidente CESVOLAB: “Le associazioni di Irpinia e Sannio sono pronte per questo grande appuntamento con la Capitale Italiana del Dono 2025. Sono state settimane ricche di momenti di confronto per costruire assieme agli ETS del territorio ed all’Istituto Italiano della Donazione un programma che rispondesse alle aspettative di quanti arriveranno a Pietrelcina nelle giornate del 2, 3, 4 e 24 ottobre per le celebrazioni del decennale del Giorno del Dono e siamo orgogliosi che la Campania, con le sue aree interne, sia protagonista di questo momento di rilevanza nazionale. Al centro di tutto ci sarà la Cultura del Dono, ci sarà la grande storia di Volontariato che le comunità delle province di Avellino e Benevento hanno costruito negli anni, ci sarà la capacità di questi territori di accogliere, ci sarà la nostra naturale predisposizione alla solidarietà, all’assistenza, a tendere la mano. Le esperienze dei nostri volontari e le eccellenze del territorio saranno presenti in un programma pensato tanto per le scuole quanto per le famiglie, con momenti di piazza, iniziative itineranti, spettacoli e momenti istituzionali. Metteremo in vetrina tutto il bello delle nostre aree interne”.
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