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AIFI, private capital in Italia spinge nonostante le tensioni globali; nei primi 5 mesi del 2025 annunciate 189 operazioni di private equity

A livello globale, il private equity mostra segnali di rallentamento, con persistenti difficoltà nella fase di disinvestimento, legate anche alle incertezze macroeconomiche e geopolitiche

25 Giugno 2025

AIFI, private capital in Italia spinge nonostante le tensioni globali; nei primi 5 mesi del 2025 annunciate 189 operazioni di private equity

Il Consiglio Direttivo, riunitosi oggi ha analizzato i  dati di andamento del mercato di private equity, venture capital e private debt italiano, confrontandolo con quello internazionale.

A livello globale, il private equity sta mostrando segnali di rallentamento; i numeri rilevati a livello internazionale evidenziano, in particolare, come perdurino le difficoltà soprattutto nella fase di disinvestimento delle partecipazioni, anche a causa delle incertezze macroeconomiche e geopolitiche. Tale tensione può portare ad una difficoltà nell’afflusso dei capitali verso le imprese a sostegno dei loro progetti di sviluppo.

Guardando al mercato italiano, vediamo come l’attività dei fondi sulla economia reale sia in costante crescita. Questo è dimostrato anche dai dati dell’Osservatorio Pem di LIUC – Università Cattaneo che nel mese di maggio ha registrato 48 nuovi deal; lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio ne aveva mappati 30 e 42 sono stati quelli segnalati a maggio del 2023. Dopo i primi cinque mesi dell’anno, ci troviamo di fronte al miglior risultato di sempre nella più che ventennale storia dell’Osservatorio Pem, con complessive 189 operazioni concluse (erano 158 nei primi cinque mesi del 2024) .

Per proseguire in questa fase di crescita serve spingere ulteriormente nel reinvestimento in nuovi fondi e attuare misure che invitino in questo senso come lavorare alla semplificazione della disciplina del golden power. Senza questa attività si rischia il rallentamento delle operazioni di investimento e delle cessioni di partecipazioni e che ha come effetto collaterale la crescita esponenziale delle notifiche e della burocrazia.

Occorre poi limitare  la sovra regolamentazione, considerando che il settore gode già di un inquadramento normativo specifico. È importante quindi che la normativa italiana ed europea rifletta le caratteristiche e le peculiarità delle asset class del private capital alla luce di una rinnovata attività di monitoraggio e analisi da parte degli organismi che vigilano sulla stabilità finanziaria del mercato.

“Il mercato degli operatori di private capital richiede la flessibilità necessaria per intervenire in modo efficace a sostegno del mondo produttivo in questo momento di grande incertezza. È auspicabile evitare regolamentazioni che rallentano lo svolgimento delle operazioni” dichiara Innocenzo Cipolletta presidente AIFI.

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