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Osservatorio Credem - Università Cattolica, il 58% degli italiani si sente impreparato per emergenze; focus su cause dei rischi idrogeologici

Una ricerca dell'Osservatorio Opinion Leader 4 Future, frutto della collaborazione tra Credem, ALMED e Bilendi, rivela che gli italiani sono preoccupati per terremoti (56%) e alluvioni (52%); il 58% si sente impreparato e il 38% ritiene che se ne parli poco

14 Maggio 2025

Osservatorio Credem - Università Cattolica, il 58% degli italiani si sente impreparato per emergenze; focus su cause dei rischi idrogeologici

Osservatorio Credem - Università Cattolica, il 58% degli italiani si sente impreparato per emergenze; focus su cause dei rischi idrogeologici. Gli italiani hanno una forte preoccupazione per le calamità naturali, soprattutto terremoti (56%), alluvioni (52%) e piogge torrenziali (38%), e più di una persona su due (58%) afferma di sentirsi impreparata per simili emergenze. Questo è quanto emerge dalla nuova ricerca svolta dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto nato dalla collaborazione tra Credem e ALMED (Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) con l’obiettivo di contribuire al miglioramento della cultura informativa accrescendo il grado di conoscenza delle persone sui temi rilevanti della vita.

Ha contribuito alla ricerca anche il Master di Almed “Crisis & Disaster Management: le Funzioni Organizzative in Protezione Civile, Sicurezza e Difesa civile”, dedicato alla formazione in ambito di sicurezza, protezione civile e difesa civile.

Ricerca dell'Osservatorio Credem - Università Cattolica

Il sondaggio condotto nel marzo 2025 dai ricercatori dell’Università Cattolica, in collaborazione con il panel provider Bilendi, rivela una forte preoccupazione tra la popolazione, soprattutto per terremoti, alluvioni e piogge torrenziali, calamità citate rispettivamente dal 56%, 52% e il 38% del campione intervistato*.

Nel Nord Est si registra un maggiore timore per terremoti (64% vs 56% del totale nazionale) e alluvioni (55% vs 51% del totale nazionale). Al Nord Ovest invece la paura per i terremoti è molto meno evidente (44% vs 56% del totale nazionale), mentre le piogge torrenziali destano maggior preoccupazione rispetto al resto d’Italia (46% vs 38% del totale nazionale) e le trombe d’aria (42% vs 33% del totale nazionale). Al Centro Italia la paura per terremoti e alluvioni è elevata (circa il 60% vs 56% e 52% del totale nazionale), ma sale anche la percezione del rischio rispetto alle eruzioni vulcaniche (15% vs 8% del totale nazionale). Per quanto riguarda il Sud si registrano i seguenti dati sopra la media nazionale: il 60% della popolazione è preoccupata dai terremoti (rispetto al 56% del totale nazionale), il 27% dai maremoti (rispetto al 14% del totale nazionale) e il 13% dalle eruzioni vulcaniche (rispetto all’8% del totale nazionale).

La gestione del rischio

Nonostante il 42% degli intervistati affermi di essere stato colpito da eventi catastrofici e di sapere come affrontarli, il 58% si sente impreparato per una simile emergenza. Il sentimento prevalente è la paura (citata dal 48% degli italiani, con un picco del 64% nelle eegioni del Centro e del 56% sugli under 45 anni). La paura si accompagna a rabbia e indignazione per il 27% degli italiani, stato d’animo che sale al 35% sugli over 65 anni.

Riguardo ai rischi idrogeologici, la deforestazione (61%, con un picco del 71% al Sud), la scarsa manutenzione dei corsi d'acqua (58%, con un picco del 64% al Nord Est) e la cementificazione (44%) sono le cause principali identificate dagli intervistati. Al Sud, l'abusivismo edilizio è un tema di grande preoccupazione, citato dal 51% dei residenti nelle  regioni meridionali). Le proposte per contrastare tali rischi includono la manutenzione dei corsi d'acqua (72%), la riforestazione (49%) e il controllo dello sviluppo urbano (42%).

Per il 38% degli italiani si parla troppo poco di catastrofi naturali e delle conseguenze del riscaldamento idrogeologico, per il 45% se ne parla in maniera troppo sensazionalistica e per il 13% se ne parla solo nell’ottica di creare allarmismo, senza delineare possibili soluzioni. Solo per il restante 4% i media affrontano la questione in maniera efficace. L’informazione su queste tematiche non ha canali informativi di elezione, ma va sottolineata la rilevanza - accanto alla tv e ai siti web informativi - dei siti istituzionali e governativi (citati dal 27% della popolazione) e delle testate locali (citate come efficaci dal 23% della popolazione, sui medesimi livelli della stampa nazionale con un picco del 30% al Nord Est).

Linguaggi per comunicare la prevenzione

L’Osservatorio Opinion Leader 4 Future - Credem e Università Cattolica presenta i dati della ricerca sull’informazione e i temi della sostenibilità presso la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Largo Gemelli 1 a Milano (Aula G134 dalle h 10.30 alle h 12.00) in una lezione aperta al pubblico all’interno del Master in “Crisis & Disaster Management” e del corso di laurea in “Linguaggi dei Media” di Almed.

L’analisi dei dati è arricchita dagli interventi di Barbara Lucini, ricercatrice Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies) e coordinatrice didattica del Master in “Crisis & Disaster Management” , e della Dottoressa Lavinia Colantoni, esperta di comunicazione della sostenibilità.

L’iniziativa chiude il ciclo di workshop “Capire, Partecipare, Agire” (link) promosso dall’Osservatorio per esplorare il ruolo del linguaggio per un’informazione più consapevole sui temi rilevanti della vita: sicurezza stradale, periferie, prevenzione e sostenibilità ambientale.

Le parole di Luigi Ianesi e Barbara Lucini

"Per Credem la responsabilità sociale d'impresa non ha mai rappresentato l’esecuzione di un mero adempimento, ma un obiettivo primario che guida le nostre azioni”, ha dichiarato Luigi Ianesi, Responsabile relazioni esterne di Credem. “Iniziative come l'Osservatorio Opinion Leader 4 Future rappresentano un impegno concreto per realizzare un impatto positivo nella società, accrescendo la cultura informativa delle persone su temi cruciali come la prevenzione dei rischi naturali” prosegue Ianesi. “Siamo convinti che persone consapevoli e informate possano contribuire attivamente per generare una società più attenta e capace di prendere decisioni appropriate per proteggersi dalle calamità naturali, migliorando la qualità della vita e la sicurezza di ogni cittadino", ha concluso Ianesi.

I rischi naturali rappresentano sempre più una minaccia reale e concreta alla sicurezza delle persone, degli ambienti e delle infrastrutture essenziali. Comprendere le vulnerabilità tipiche e gli aspetti di criticità è fondamentale. Per farlo al meglio è necessario focalizzarsi sulla definizione di buone pratiche della comunicazione dei rischi e sull’alta formazione professionale.” Barbara Lucini, ricercatrice Itstime e coordinatrice didattica del Master in Crisis & Disaster Management.

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