BlackRock parla arabo: entra nel cda Amir Nasser, Ad del colosso petrolifero governativo Saudi Aramco

Amir Nasser, dal 2015 amministratore delegato di Saudi Aramco, primo colosso petrolifero, subentrerà nel consiglio di amministrazione di BlackRock, leader mondiale nell’attività di investimenti e gestione patrimoniale. Nasser succederà a Bader Alsaad. Nasser è attivo per Saudi Aramco da oltre quarant’anni e ricopre la carica di amministratore delegato dal 2015, godendo di un’esperienza lavorativa in grado di poter fare la differenza.

Così il Presidente di BlackRock, Larry Fink, esprime la sua dichiarazione: «La sua esperienza di leadership, la comprensione del settore energetico globale e i driver del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, nonché la sua conoscenza della regione del Medio Oriente, contribuiranno in modo significativo al dialogo del consiglio di amministrazione».

Lungo la sua carriera, Amir Nasser ha ricoperto numerosi ruoli di primo piano, supervisionando la quotazione in borsa di Aramco nel 2019 e dichiarando nel 2021 l’intenzione della società di voler raggiungere, entro il 2050, l’azzeramento delle emissioni gas.

Con questo colpo la società americana testimonia la sua forte attenzione sul Medio Oriente, area economico-geografica capace di rivestire un ruolo sempre più nella strategia degli statunitensi.

L’ingresso di Nasser in BlackRock segue una serie di corpose critiche ricevute dalla società dopo esser stata in prima linea nel sostenere l’adozione, da parte del settore finanziario, di linee guida e strategie ESG. Una linea politica che ha suscitato una rabbia statunitense generale, sia democratica che repubblicana.

In ottobre John Schroder, tesoriere della Louisiana, disinvestì centinaia di milioni di dollari dai fondi BlackRock sostenendo, in una lettera scritta a Larry Fink, come le sue politiche fossero anti-fossili e potenzialmente in grado di distruggere l’intera economia della regione che affaccia sul Golfo del Messico. In agosto invece si espresse il procuratore generale dell’Arizona, Mark Bronovich, accusando Larry Fink di concentrarsi troppo sulla questione climatica e di tralasciare l’attività di gestione dei rendimenti finanziari dei propri clienti