23 Febbraio 2022
Intesa Sanpaolo (foto LaPresse)
Intesa Sanpaolo e l’Associazione Finetica Onlus hanno sottoscritto un’importante Convenzione per prevenire il fenomeno dell’usura e l’esclusione finanziaria di soggetti in difficoltà economica. La Convenzione fa leva sul Fondo per la prevenzione del fenomeno antiusura amministrato da Finetica sin dal 2006 ed alimentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze allo scopo di favorire l’accensione di prestiti del circuito finanziario legale a soggetti (persone, famiglie, ditte individuali e società di persone a gestione familiare) in condizione di fragilità socio-economica, che abbiano un programma economicamente e socialmente sostenibile, ma considerati dagli Istituti finanziari soggetti “non bancabili”, poiché privi di garanzie reali da esibire. Intesa Sanpaolo, secondo logica Impact e nell’ambito delle proprie attività ESG, si impegna a erogare fino al doppio
dei finanziamenti dell’importo del Fondo.
Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, dichiara: "Con questo nuovo accordo la Banca aggiunge all’impegno Impact verso i cittadini che hanno difficoltà di accesso al credito un’azione concreta per prevenire il ricorso alla finanza illegale. Una maggiore inclusione finanziaria - oggetto della nostra attività da 15 anni – consente a famiglie e microimprese, specie quelle più colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia, di investire sul proprio futuro,
nella salute e nel lavoro".
Nello Tuorto, Presidente di Finetica Onlus: "La pandemia sta facendo crescere, soprattutto al Sud, il ricorso agli usurai, spesso legati alla malavita organizzata. Siamo di fronte ad una diffusione capillare dell’usura, che sviluppa un mercato del credito illegale a cui si rivolge chi non riesce ad accedere ad altri canali. Con il Fondo per la prevenzione del fenomeno antiusura gestito da Finetica e la Convenzione stipulata con Intesa Sanpaolo diventa ora possibile garantire, fino al 100%, l’erogazione di microprestiti (da € 2.000 a € 25.000) a tassi debitori agevolati anche ai soggetti che, secondo le valutazioni standardizzate degli Istituti finanziari risulterebbero “non affidabili”, scongiurando così il rischio reale che essi possano rivolgersi al sistema usuraio e criminale".
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