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Intelligenza Artificiale e scrittura: un caso di plagio dimostra che la nostra epoca persegue il male e il brutto

Un testo scritto dall’IA verrà pubblicato a nome di un mio amico: un nuovo stadio dell’evoluzione umana o una preoccupante involuzione?

26 Ottobre 2024

Intelligenza Artificiale e scrittura: un caso di plagio dimostra che la nostra epoca persegue il male e il brutto

Fonte: imagoeconomica

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Immagino una crescita progressiva, che dal nominare le cose fece un primo straordinario salto di qualità nominando le persone, ciascuna con un nome proprio: dalla denominazione comune e indeterminata (caverna, uomo) a quella propria e determinata (la Caverna Grigia, Adamo). Poi, il miracolo: nacque il pensiero astratto, che è passato, presente e futuro, è frase compiuta, è il primo mezzo di trasmissione della conoscenza. Infine, il Verbo - o se vogliamo chiamarlo col suo nome attuale il linguaggio - divenne scrittura.

C’è chi sostiene che lo stesso processo di trasformazione stia avvenendo nell’intelligenza artificiale. Da un linguaggio informatico a un nuovo principio, un nuovo stadio dell’evoluzione umana.

Il linguaggio umano si sviluppa a partire dalla realtà del mondo come appare ai nostri sensi. Persino il pensiero astratto è ancorato alla realtà e debitore delle nostre esperienze sensoriali.

L’intelligenza artificiale, al contrario, nasce e si sviluppa in un contesto artificiale. E’ linguaggio di un mondo, ma non del mondo come appare ai nostri sensi.

Condivido queste semplici riflessioni dopo avere letto un testo interamente scritto dall’IA. Un amico ha organizzato una burla: ha fatto scrivere un intero romanzo all’IA, poi l’ha inviato a un noto editore, proprio quell’editore che aveva sempre rifiutato i suoi lavori. Ora, il giudizio è stato positivo! Naturalmente, nella scheda di valutazione l’editore anticipa che si renderà necessario, prima della pubblicazione, un editing approfondito.

In sintesi, un testo scritto dall’IA verrà rivisto e corretto da un editor e infine pubblicato a nome del mio amico, che si è limitato a dare le necessarie istruzioni all’IA.

Curioso, ho subito domandato: “Quali istruzioni?”

“Minime. Prima si indica il tipo di linguaggio che si desidera venga usato dall’IA (ad esempio forbito), poi si inseriscono indicazioni in merito alla situazione (descrivi un rapporto sessuale); null’altro”.

Per pigrizia, non ho provato. Ho il sospetto che non sia proprio così semplice, ma non m’importa approfondire. Non ho il minimo dubbio che presto sarà possibile dare indicazioni tipo: “Descrivi un rapporto sessuale alla maniera di Michel Houellebecq” e l’IA – in pochi secondi – scriverà una cruda rappresentazione di un anilingus.

Tutto questo sta alla creazione artistica come il David di Donatello sta alle sue copie di plastica. Limitandomi al caso che mi interessa, che è quello della letteratura, chi loda l’IA loda lo stampo del falsario che modella copie di plastica.

Io – uomo privilegiato – da uno zio artista ho imparato che l’unico tratto distintivo dell’arte moderna è l’originalità. Mi spezzo ma non mi piego: rifiuto categoricamente persino l’editing. Chi legge un mio scritto, può essere certo che nessuno lo abbia rivisto e corretto.

Tuttavia, non ho l’arroganza di escludere che la descrizione di quel “rapporto sessuale alla maniera di Michel Houellebecq” fatta dall’IA sia migliore della mia.

Qual è il punto? Dare una risposta convincente è tutt’altro che semplice, ma forse ho intuito qualcosa: la diversità di ogni istante, di ogni essere umano è il vero, sottovalutato miracolo della creazione. L’autentico, unico, irripetibile è divino. Il simulacro è diabolico. Mi sovvengono le parole di Aleksandr Dugin: La Santa Tradizione dice che il diavolo può quasi tutto. Ma lui non può creare l’uomo. È solo in grado di parodiarlo, per renderlo un simulacro di se stesso. Il “transumanesimo” è chiaramente una di queste sue idee”.

Da agnostico, non do alle parole divino e diabolico un significato religioso, ma etico, come bene e male ed estetico, come bello o brutto.

La nostra epoca persegue il male e il brutto.

Quando un editore preferisce la copia di plastica a un’opera originale e pretende pure di imbastardirla con l’editing è il momento di fermarsi a riflettere sull’etica e l’estetica della nostra epoca.

Ma forse è già troppo tardi.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia, 27 ottobre 2024

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