29 Aprile 2023
Dopo che il 31 marzo scorso il Garante della Privacy aveva bloccato l’utilizzo del chat bot ChatGpt, l’azienda sviluppatrice OpenAi è corsa ai ripari con lo sviluppo di norme atte a tutelare i dati degli utenti. Ieri la notizia del rientro in Italia, due giorni prima della scadenza dei termini dell’accordo. La presa di posizione del Garante si è riverberata in Europa, con il Parlamento Europeo che ha creato una task force specifica per armonizzare le posizioni dei 27 nei confronti del tema “chat bot”.
ChatGpt è tornata ad essere disponibile anche in Italia. Il servizio d’intelligenza artificiale più diffuso al mondo, sviluppato dall’azienda OpenAi, era infatti stato bloccato dal Garante della Privacy per la presunta assenza di garanzie nella tutela e nell’utilizzo dei dati degli utenti. Ieri, venerdì 28 aprile, in serata è arrivata la notizia che OpenAi e Garante abbiano raggiunto un’intesa, annunciata allegramente nella schermata iniziale del servizio AI con la frase “Welcome back, Italy!”.
Il termine ultimo fissato dal Garante per il raggiungimento dell’accordo era il 30 aprile. Un portavoce dell’azienda, subito dopo l’intesa, ha commentato: “ChatGpt è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia. Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy. Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante”.
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/innovazione/471134/intelligenza-artificiale-uomo-bot-suicida.html
L’istruttoria del Garante era stata avviata il 31 marzo scorso. In particolare veniva contestata l’assenza di schede informative per chiarire agli utenti la natura dei dati raccolti da OpenAi e l’utilizzo che di tali dati si sarebbe fatto. Oltre a questo, l’11 aprile il Garante aveva iniziato a mandare una serie di prescrizioni all’azienda, accusata di essere priva di appoggi giuridici per lo stoccaggio di dati personali, necessario allo sviluppo del chat bot.
Il Garante, spiega in una nota, si dice ora soddisfatto dai cambiamenti operati, non solo in Italia, ma in tutto il territorio europeo (e in alcuni casi anche oltre), per tutelare l’esercizio dei diritti degli utenti. Tra le novità previste, la possibilità per gli utenti europei di opporsi all’utilizzo dei propri dati per lo sviluppo delle capacità dell’AI e misure di tutela specifiche per i minori. Sarà necessario, per l’utilizzo del servizio, dichiararsi maggiori di 13 anni e, fino ai 18, sarà comunque necessario il consenso dei genitori.
Dopo la dura presa di posizione del Garante della Privacy, il tema “ChatGpt” era approdato anche al Parlamento Europeo. Era quindi stata creata una task force per equilibrare l’approccio dei 27 Paesi membri all’argomento. Previsto poi, sempre al Parlamento Europeo, un pacchetto di norme atto a regolarizzare il mercato dei chat bot, che sarà messo in discussione e votato dalla commissione l’11 maggio.
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