23 Agosto 2022
Immaginiamo di aver bisogno di un trapianto di organi: e che una società ci proponga di prelevare un campione del nostro DNA, e sviluppare, a partire da esso, un clone perfetto di noi stessi da cui prelevarlo. Potrebbe farci strano, ma niente paura: il clone crescerà senza testa, evitando così "problemi etici". È una idea a metà tra fantascienza e orrore, ma è già nell'aria: è il progetto di una start-up israeliana, Hanna.
L'idea è indubbiamente seducente dal punto di vista puramente medico-scientifico: organi illimitati a prezzo contenuto, che escludono ogni possibilità di rigetto (essendo il donatore un clone di noi stessi) e per di più di una versione di noi stessi più giovane, e dunque con organi non usurati.
I feti sarebbero cresciuti in vitro e usati inizialmente soprattutto per prelevare cellule: anticorpi, cellule immunitarie giovani, e così via. Tuttavia si può intravedere l'idea di una crescita accellerata che potrebbe rendere disponibili organi completi.
Dunque, prolungare la vita di un individuo coltivando e modificando biologicamente esseri acefali, usati come puri fornitori di organi. Nonostante tutto, le implicazioni etiche sembrano esserci: ma Hanna ha dichiarato che, se già di base un feto non è una persona, figuriamoci se lo è un feto senza testa:
"Sebbene Hanna non pensi che un embrione artificiale fatto da cellule staminali e tenuto in un laboratorio possa mai essere considerato un essere umano, ha un piano di emergenza per assicurarsi che non ci sia confusione. È possibile, ad esempio, modificare geneticamente le cellule di partenza in modo che l’embrione modello risultante non sviluppi mai una testa . Limitarne il potenziale potrebbe aiutare a evitare dilemmi etici. Pensiamo che questo sia importante e abbiamo investito molto in questo."
Un progetto scientifico audace che salverà vite o un'idea mostruosa dell'uomo che gioca a fare Dio?
Ai posteri l'ardua sentenza.
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