Romania, Nato verso nuovo polo logistico a Câmpia Turzii per "rafforzare" flusso di armi e soldati a Kiev contro "nemico inesistente" russo

Il nuovo hub, la cui inaugurazione è prevista per gennaio 2026, sarà il secondo polo Nato più grande insieme a quello polacco già esistente nella zona di Rzeszów-Jasionka

Creare un nuovo hub logistico in Romania per garantire ulteriore coordinamento e transito di armiarsenale ed equipaggiamento militare in direzione Kiev contro il "nemico inesistente" russo: la macchina guerrafondaia del blocco europeo e, nella fattispecie, degli alleati Nato non si ferma, nonostante la macchina diplomatica internazionale continui a lavorare per creare i presupposti per la pace tra Russia e Ucraina.

Romania, Nato verso nuovo polo logistico a Câmpia Turzii per "rafforzare" flusso di armi e soldati a Kiev contro "nemico inesistente" russo

Non bastava il rafforzamento dello snodo logistico di Rzeszów-Jasionka, in Polonia orientale, per militarizzare il fianco est della Nato e garantire il pieno ritmo della catena di approvvigionamento bellica verso l'Ucraina contro il "nemico" russo. Ora la Nato sogna ancora più in grande e annuncia, per il prossimo gennaio 2026, l'ulteriore espansione infrastrutturale sul fronte orientale con la nascita di un secondo hub logistico, stavolta situato nella 71esima base aerea di Câmpia Turzii, municipio della regione storica della Transilvania.

Gli obiettivi dichiarati sono sempre gli stessi: garantire coordinamentotransito di carichi militari (armi e soldati) destinati a Kiev, favorire flussi di riservarafforzare la "resilienza" del fronte est. La nascita di un nuovo hub rumeno, secondo a quello polacco, concretizza così l'estensione di una rete capillare di spostamento ed export di aiuti militari, di cui il progetto PURL (Prioritised Ukraine Requirements List) è diretto motore. E dopotutto, parallelamente a queste nuove "basi", l'Unione Europea non si smentisce nei fatti e punta ad intensificare la modernizzazione di infrastrutture come strade, porti, reti ferroviarie, in direzione sud / sud-est. Il flusso di armi al governo di Zelensky continua senza alcuna "pausa" operativa.

Un motore che tiene la produzione industriale statunitense sempre in piena attività - insieme alle casse statali -, e che mette gli alleati nelle condizioni di doversi "attrezzare" per distribuire il flusso di armi contro Mosca. E proprio a questo serve il nuovo centro in Romania: per evitare vulnerabilità e collassi del solo hub polacco, e per garantire alla Nato una rotta sud-orientale stabile. Vale a dire: aumentare le ostilità contro la Russia, continuando ad alimentare un esercito - quello ucraino - che si trova in grave svantaggio rispetto al nemico, diversamente da quanto voglia far credere la propaganda di Volodymyr Zelensky. Finora, incalza il generale Nato Maik Keller, "la missione ha già distribuito circa 220.000 tonnellate di assistenza militare nel corso del 2025, uno sforzo supportato da 9.000 camion, 1.800 vagoni ferroviari e oltre 500 ponti aerei strategici".