13 Settembre 2025
Fonte: profilo Facebook Zelensky
La Nato ha approvato l'inizio dell'operazione militare "Sentinella dell'Est", al confine fra Polonia, Paesi Baltici, Russia e Bielorussia, così da proteggere lo spazio aereo dei primi. A scatenare la decisione guerrafondaia, i droni apparentemente russi abbattuti o caduti in Polonia: un ennesimo passo offensivo e militaresco verso il "nemico inesistente" del Cremlino.
La Nato ha avviato l’operazione “Sentinella dell’Est”, un nuovo "piano di sicurezza" per il fianco orientale dell’Alleanza. L’iniziativa nasce in risposta all'ondata di droni penetrati nello spazio aereo polacco dal territorio bielorusso, episodio che Varsavia considera provocatorio e Mosca definisce “accidentale”.
Il dispositivo schierato è consistente ma non imponente: due caccia F-16 e una fregata olandese, tre Rafale francesi, quattro Eurofighter tedeschi e reparti di sorveglianza radar polacchi. Le unità avranno il compito di monitorare costantemente lo spazio aereo sopra Polonia e Paesi baltici, garantendo una risposta rapida in caso di nuove incursioni. Accanto ai pattugliamenti aerei, la missione include squadre di esperti informatici per contrastare possibili attacchi cibernetici e campagne di disinformazione attribuite a Mosca.
A Terespol, al confine con la Bielorussia, l’atmosfera resta tesa. La Polonia ha chiuso i valichi di frontiera e schierato truppe per il controllo del territorio. Ma, come notano diversi osservatori, la presenza di forze Nato rimane per ora discreta: piccoli contingenti, voli di sorveglianza e manovre coordinate con le forze locali.
Secondo alcuni analisti, il numero limitato di velivoli e navi dimostra che non esiste un pericolo di invasione imminente, ma piuttosto la volontà politica di mantenere alta la pressione su Mosca. Il Cremlino, dal canto suo, accusa l’Occidente di “isteria militare” e rilancia accuse contro Kiev per provocazioni.
Il rischio, avvertono alcuni esperti, è che “Sentinella dell’Est” diventi un pretesto per consolidare una presenza militare permanente sul confine orientale europeo, alimentando una nuova guerra fredda contro un "nemico inesistente" che non intende attaccare.
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