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Usa vieta ingresso a diplomatici europei a Centro coordinamento Gaza sotto pressing Israele: "Tel Aviv non vuole persone riconosciute da Anp"

Washington, su richiesta di Israele, esclude i capi missione europei accreditati all’Anp dal centro sul piano Gaza: crescono le tensioni sulla gestione della Striscia

22 Dicembre 2025

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Fonte: X @FattAvvenimenti

Sotto pressing israeliano, gli Stati Uniti hanno vietato l'ingresso ai diplomatici europei di grado superiore al Centro di coordinamento civile-militare per Gaza di Kiryat Gat. La decisione sarebbe stata presa perché Tel Aviv, secondo i rumors, non vuole trattare né lavorare con i capi-missione e gli inviati stranieri che riconoscano l'Autorità Nazionale Palestinese.

Usa vieta ingresso a diplomatici europei a Centro coordinamento Gaza sotto pressing Israele: "Tel Aviv non vuole persone riconosciute da Anp"

Gli Stati Uniti avrebbero bloccato l’accesso di alti diplomatici europei accreditati presso l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) al Civil-Military Coordination Centre (CMCC), il centro di coordinamento civile-militare gestito da Washington e collegato al piano dell’amministrazione Trump per Gaza. La decisione, secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, sarebbe arrivata su esplicita richiesta di Israele, alimentando nuove tensioni tra alleati occidentali sulla gestione del futuro della Striscia.

Il CMCC si trova a Kiryat Gat, nel sud di Israele, ed è stato istituito lo scorso ottobre per supervisionare l’attuazione del piano statunitense su Gaza, incluso il cessate il fuoco e le fasi successive di governance e sicurezza. Inizialmente il centro era accessibile ai rappresentanti della comunità internazionale, ma nelle ultime settimane le restrizioni si sono fatte sempre più stringenti, in particolare per i capi missione europei.

Secondo Haaretz, il primo caso ha riguardato il capo della missione olandese presso l’Anp, cui è stato negato l’ingresso dopo due precedenti visite autorizzate. A seguire, lo stesso trattamento è stato riservato al rappresentante belga a Ramallah e al console generale francese a Gerusalemme, figura che gestisce i rapporti con l’Autorità Palestinese. La misura colpisce esclusivamente i diplomatici accreditati presso l’Anp — con sede a Gerusalemme Est e Ramallah — e non quelli che operano tramite le ambasciate a Tel Aviv, competenti per i rapporti con Israele.

Fonti diplomatiche europee riferiscono che Washington ha recentemente imposto una nuova procedura: le richieste di accesso al CMCC devono essere presentate per iscritto tramite l’ambasciata statunitense a Gerusalemme. In almeno un caso, dopo il silenzio ufficiale, un inviato europeo si è visto comunicare informalmente che l’accesso era stato negato “su richiesta israeliana”. Alcuni diplomatici sostengono che, di fronte alle proteste europee, gli Stati Uniti abbiano preso le distanze dalla decisione, attribuendone la responsabilità a Israele e dichiarando di non esserne pienamente soddisfatti.

Le restrizioni non riguardano il personale di livello inferiore delle missioni europee, che continua ad avere accesso al centro. Tuttavia, l’esclusione dei capi missione — molti dei quali con rango di ambasciatore — è vista come un segnale politico rilevante. Secondo diversi funzionari europei, proprio questi diplomatici dovrebbero essere presenti nel CMCC, poiché possiedono una conoscenza approfondita della società palestinese e perché nel centro non è prevista alcuna rappresentanza palestinese.

La vicenda si inserisce in un contesto di crescente frizione sul futuro di Gaza. I Paesi europei coinvolti nel CMCC puntano a favorire un ruolo dell’Anp nelle aree a est della cosiddetta Yellow Line, mentre Israele continua a opporsi a qualsiasi trasferimento di autorità alla leadership palestinese. Nel frattempo, l’amministrazione Trump ritarda la nomina del previsto “Board of Peace” e l’annuncio di un comitato palestinese tecnocratico per la gestione quotidiana della Striscia, aumentando l’incertezza e le preoccupazioni diplomatiche.

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