Gaza, Onu denuncia: "Oltre 9000 bimbi curati per malnutrizione dalla tregua, genocidio continua ed è sempre peggio per palestinesi"

Dopo il cessate il fuoco, oltre 9000 bambini malnutriti a Gaza in un mese: aiuti insufficienti, restrizioni israeliane e un’emergenza che continua a colpire i più piccoli

Le Nazioni Unite hanno denunciato un allarme sanitario permanente a Gaza, anche dopo due mesi dalla "tregua" mediata dagli Stati Uniti. La carestia, infatti, continua, mietendo vittime tutti i giorni, per la maggior parte anziani e bambini. L'Onu ha rilasciato un report in cui ha dichiarato di aver curato oltre 9000 minorenni per malnutrizione dopo il cessate il fuoco. Poi, il monito: "Il genocidio continua ed è sempre peggio per i civili palestinesi".

Gaza, Onu denuncia: "Oltre 9000 bimbi curati per malnutrizione dalla tregua, ngenocidio continua ed è sempre peggio per palestinesi"

A due mesi dalla dichiarazione del cessate il fuoco, la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza continua a colpire in modo drammatico i più vulnerabili. Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, nel solo mese di ottobre oltre 9000 bambini sono stati curati per malnutrizione acuta, un numero che testimonia come gli effetti di due anni di genocidio non siano stati arrestati dalla fine dei combattimenti.

La minaccia immediata di carestia per gran parte dei 2,2 milioni di palestinesi di Gaza si è attenuata dopo l’annuncio della tregua del 10 ottobre. Tuttavia, Unicef e altre agenzie umanitarie segnalano che le restrizioni israeliane sull’ingresso degli aiuti restano severe e insufficienti rispetto ai bisogni di una popolazione stremata, in gran parte senza casa e costretta a vivere in rifugi precari.

Negli ospedali di Gaza ho incontrato neonati che pesavano meno di un chilogrammo, con il petto che si sollevava a fatica per restare in vita”, ha raccontato Tess Ingram, portavoce di Unicef, collegata in video con i giornalisti. Secondo l’agenzia Onu, i 9300 bambini trattati a ottobre rappresentano un calo rispetto al picco di 14 mila registrato ad agosto, ma restano molti di più rispetto ai livelli osservati durante il precedente cessate il fuoco tra febbraio e marzo. Quasi 2000 di questi bambini soffrivano di malnutrizione grave.

La crisi colpisce duramente anche le madri: nello stesso mese circa 8300 donne incinte o in fase di allattamento sono state ricoverate per malnutrizione acuta. “È un segnale allarmante che avrà conseguenze per mesi, con la nascita di bambini sottopeso”, ha avvertito Ingram. “Generazioni di famiglie, comprese quelle che nascono ora durante il cessate il fuoco, sono state per sempre segnate”.

Gli aiuti umanitari sono aumentati rispetto al periodo più intenso del genocidio, ma restano lontani dagli obiettivi fissati. A dicembre sono entrati in media 140 camion al giorno, contro i 600 previsti dagli accordi di tregua. Le spedizioni commerciali e bilaterali hanno abbassato i prezzi nei mercati, ma la maggioranza dei gazawi, senza reddito da oltre due anni, non può permettersi quei beni.

Dal cessate il fuoco, la distribuzione degli aiuti è coordinata dal Civil-Military Coordination Centre guidato da Stati Uniti e Israele. Tuttavia, secondo diplomatici e operatori umanitari, l’esercito israeliano mantiene il controllo finale. Un segnale che, nonostante la tregua, l’emergenza è tutt’altro che finita.