Sudan, Al-Qaeda accusa Emirati di complicità con RSF chiamandoli "Sionisti arabi" e definisce i crimini "piano ebraico contro musulmani" - DOCUMENTO

Un documento di 2 pagine nelle quali i vertici dell'organizzazione islamica inseriscono le atrocità in corso nel Sudan come parte di un piano più strutturato di rimodellamento del Medio Oriente e di pulizia etnica contro i musulmani da parte di israeliani e occidentali. Al-Qaeda invita "chiunque, sia dentro che fuori gli Emirati Arabi" a fare resistenza e ad attaccare gli interessi dei carnefici

Gli Emirati Arabi Uniti definiti come "sionisti arabi" accusati di fare parte di un più grande ed elaborato "piano ebraico" di pulizia etnica contro i musulmani del Sudan, e di riorganizzazione e rimodellamento del Medio Oriente.

Sudan, Al-Qaeda accusa Emirati di complicità con RSF chiamandoli "Sionisti arabi" e definisce i crimini "piano ebraico contro musulmani" - DOCUMENTO

È questo il contenuto raccolto in un documento di due pagine datato 7 novembre 2025 e firmato dai membri dell'organizzazione della penisola arabica Al-Qaeda. Sulla crisi umanitaria e le atrocità che stanno devastando il Sudan da anni e, soprattutto, la regione del Darfur dove la conquista di El Fasher sta rappresentando il punto più tragico delle violenze dei paramilitari delle RSF contro i civili, è intervenuta proprio l'organizzazione islamica. Che, per la prima volta, ha messo in correlazione il degenerare delle uccisioni etniche nella regione africana come parte di un piano volto a distrarre o a sostenere indirettamente le ambizioni israeliane di rimodellare il Medio Oriente uccidendo i musulmani.

Le accuse dell'organizzazione di "genocidio" contro Abu Dhabi sono, a onor del vero, ben documentate: gli Emirati Arabi Uniti, insieme a molti altri Paesi appartenenti alla compagine europea e non, sono accusati di stare rifornendo i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido di armi di ultima generazione attraverso una catena logistica e di smistamento che coinvolge vari Stati africani. Secondo varie inchieste e testimonianze, gli emiratini utilizzano soprattutto l'aeroporto di Bosaso (Somalia) nelle loro operazioni di ponte aereo, sicché la stessa amministrazione del Puntland, a nord del Paese africano, è stata accusata di favoreggiamento dei paramilitari. Ciò che colpisce in questo documento però, è il modo in cui gli emiratini sono descritti: "sionisti arabi" che hanno pianificato "crimini sistematicicontro i musulmani in Sudan come piano "esteso" del genocidio israeliano a Gaza.

Il documento s'intitola significativamente "Dichiarazione sui crimini sistematici dei sionisti arabi contro il nostro popolo musulmano in Sudan" e consta di due pagine nelle quali gli Emirati vengono descritti come "agenti leali e a buon mercato" per le potenze globali - come Gran Bretagna, Stati Uniti e appunto Israele - che traggono vantaggio dalle uccisioni di massa delle popolazioni locali. "La tempistica di questa guerra non è stata casuale" riporta il documento, suggerendo come Abu Dhabi sia necessariamente sostenuta da Paesi terzi in questa complicità di omicidistupriincarcerazionisfollamenti (nella sola El Fasher ormai più di 81.000 sfollati secondo fonti locali).

Poi l'appello, di Al-Qaeda, affinché i musulmani attacchino gli interessi ebraici e occidentali a livello globale, sebbene l'operazione di sabotaggio contro gli Emirati Arabi sia quella più urgente. In particolare, "ogni persona capace all'interno o all'esterno degli Emirati Arabi Uniti" è pregata di compiere "qualsiasi atto eroico" contro la famiglia regnante Al Nahyan. Il documento di Al-Qaeda rappresenta una fonte importante che testimonia la spaccatura sempre più profonda che sta intervenendo nel mondo arabo del Medio Oriente. Per la prima volta in modo chiaro si denuncia una correlazione precisa tra il genocidio israeliano a Gaza e quello che sta continuando da anni in Sudan.