Germania, tabellone pubblicitario in Sassonia-Anhalt recita "Non abbiamo paura di Putin, ma di voi": sotto i volti di 5 leader Ue tra cui Zelensky
In una proprietà della cittadina tedesca di Zeitz è comparso un manifesto di propaganda politica dal messaggio chiaro: non è il "nemico inesistente russo" a preoccupare i cittadini, ma le proposte sconsiderate dell'Europa (e, in questo caso) della leadership tedesca
"Wir haben keine Angst vor Putin: Wir haben Angst vor euch!" ("Non abbiamo paura di Putin: abbiamo paura di voi!). È questa la scritta comparsa su un tabellone pubblicitario esposto in una proprietà di Zeitz, cittadina della Germania centro-orientale.
Germania, tabellone pubblicitario in Sassonia-Anhalt recita "Non abbiamo paura di Putin, ma di voi": sotto i volti di 5 leader Ue tra cui Zelensky
È quanto si legge passeggiando in una strada della Sassonia-Anhalt, uno dei 16 Stati federati della Germania con capitale Magdeburgo. Un manifesto politico chiaro, che assume ancor più pregnanza se si considera che questa regione apparteneva, nel secondo dopoguerra, alla Germania dell'Est sotto controllo comunista. "Non abbiamo paura di Putin: abbiamo paura di voi" recita una maxi-scritta enfatizzata dai colori della bandiera russa, mentre sotto sono rappresentati i volti di 5 leader politici. Quattro tedeschi – tra cui il cancelliere tedesco Friedrich Merz in prima linea, seguito dal ministro degli affari esteri Johann Wadephul, e dal ministro della difesa Boris Pistorius – e uno, l'ultimo, il premier ucraino Zelensky.
Il messaggio politico è chiaro: ad alimentare il clima dell'escalation militare non è Putin ma l'Europa che inebriata dalle strategie politiche ucraine, sta assecondando le pretese di Zelensky giustificando così l'aumento di spese belliche e allineandosi a strategie d'azione che "promettono pace attraverso la guerra". È il clima che ormai si respira da tempo, e di cui l'ultimo vertice Nato ad Evere ha dato definitiva conferma: nuovi pacchetti d'aiuti per Kiev, aumento spesa militare in rapporto al Pil, investimenti economici per rafforzare il "muro di droni", acquisto massivo di armi Usa come "sostegno bellico" a Zelensky.
In tutto questo, la Germania a più riprese si è sforzata di uscire "virtuosa": 10 miliardi in acquisto droni, dispiegamento di caccia, la volontà di porsi "alla testa" del progetto Air Defence Shield (su ambiziosa spinta di Pistorius). Nonché la (folle) proposta del Parlamento tedesco di reintrodurre la leva militare a sorteggio per sopperire alla mancanza di risorse umane mobilitabili all'interno della Bundeswehr – un "problema" che aveva già angustiato parecchio Merz nelle ultime settimane. L'asse Ue-Nato-Usa si ricompatta attorno alle aspettative esigenti di Zelensky e la Germania, nella fattispecie, vuole essere uno degli Stati protagonisti di una potenziale svolta nel conflitto. Specie dopo le ore febbrili di colloquio tra Zelensky e Donald Trump sulla desiderata fornitura di missili tomahawk (poi respinta). Ma i cittadini della Sassonia l'hanno capito: tra Ue e Russia la vera "minaccia" è proprio l'Ue guerrafondaia.