11 Ottobre 2025
Fonte LaPresse
In Francia - è il caso di dirlo - la situazione politica sta diventando comica ancor più che tragica. Leggiamo, infatti, che Lecornu è stato rinominato primo ministro da sire Macron, presidente gallico e prodotto in vitro dei Rothschild. Così ha sentenziato sire Macron: "chiuderò questa crisi". La dichiarazione risulta irresistibilmente comica, se si considera che, per "chiudere questa crisi", sire Macron ripropone la stessa causa che l'ha prodotta, ossia Lecornu (anche in questo caso ci domandiamo se valga realmente il detto latino nomina sunt omina...). La Francia dunque sembra essere attraversata febbrilmente da una crisi politica senza precedenti, soprattutto se si considera che il prode Lecornu ha guadagnato il record per la presenza più effimera nel ruolo a cui ha presto rinunciato. Sembra che vi sia effettivamente qualcosa di patologico nell'idea di risolvere la crisi riproponendone la causa e continuando ad andare avanti con la stessa strategia che non ha funzionato. D'altro canto, si tratta di un ben collaudato metodo ormai tipico dei pretoriani dell'ordine neo-liberale: quando la cura non funziona, anziché mutarla e comunque interromperla, sono soliti riproporla con dosi ancora più massicce. E, così, se l'Unione Europea non funziona, ecco che ci spiegano con zelo che "ci vuole più Europa". Se la globalizzazione produce disastri su tutto il fronte, i precettori dell'ordine dominante ci assicurano che ci vuole più globalizzazione. E adesso, dulcis in fundo, se il governo Lecornu fallisce miseramente in breve tempo, ci raccontano che ci vuole "più Lecornu". A destare una certa meraviglia, oltretutto, è il fatto che gli araldi dell'ordine neoliberale si arrogano il diritto di assegnare patenti di democrazia al mondo intero, liquidando sempre puntualmente come autocratici e dittatoriali i governi disallineati rispetto al Washington consensus. Come non mi stanco di sottolineare, sarebbe ora che l'occidente, anzi l'uccidente liberal-atlantista, principiasse a guardare in se stesso e a prendere atto del fatto che quella che qualifica come democrazia, magnificando se stesso, coincide ormai palesemente soltanto con l'autogoverno dei mercati e dei ceti dominanti, una vera e propria plutocrazia neoliberale finanziaria a base imperialistica.
di Diego Fusaro
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