06 Giugno 2025
L'amministrazione Trump ha recentemente recuperato un telefono cellulare e diversi hard disk appartenuti al dottor Anthony Fauci, utilizzati durante la pandemia di Covid-19. La notizia è stata rivelata da Kash Patel, direttore dell'FBI sotto la presidenza Trump, durante un’intervista al podcast Joe Rogan Experience.
Secondo Patel, il ritrovamento rappresenta “una grande svolta” nelle indagini governative in corso sulle origini della pandemia e sulla risposta federale, in particolare per quanto riguarda i lockdown, l’obbligo di mascherina e i presunti legami tra l’ex agenzia di Fauci, il NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), e il laboratorio di Wuhan, al centro della controversa teoria della fuga accidentale.
Durante l’episodio del podcast, mentre condivideva un sigaro con Rogan, Patel ha affermato che il cellulare e gli hard disk sono stati recuperati pochi giorni prima della registrazione dell’intervista. Tuttavia, non ha fornito dettagli su quando il dispositivo sia stato effettivamente in uso, come sia stata verificata la sua connessione a Fauci, né le modalità del sequestro.
“Li abbiamo trovati [i dispositivi] e almeno possiamo dire al popolo americano che li abbiamo cercati, perché è di pubblica importanza scoprire se quel tizio ha mentito”, ha dichiarato. “Ha intenzionalmente ingannato il mondo e causato innumerevoli morti? Dobbiamo queste risposte al popolo americano, e la prova migliore in assoluto è sempre la prova di chi l'ha creata. Quindi ora andremo a sfruttare quei dischi rigidi. L’abbiamo trovato [il cellulare], non abbiamo finito, stiamo ancora cercando e siamo sul caso”.
Patel ha anche invitato alla cautela nel trarre conclusioni affrettate, sottolineando che “non è detto che tutto sia lì dentro” e che è possibile che “dati potenzialmente rilevanti siano stati cancellati”.
Le agenzie d’intelligence statunitensi, tra cui l’FBI e la CIA, hanno in passato sostenuto la possibilità che il virus SARS-CoV-2 abbia avuto origine presso il Wuhan Institute of Virology (WIV), dove si conducevano esperimenti ad alto rischio sui coronavirus. Alcuni di questi studi sarebbero stati finanziati indirettamente con fondi pubblici americani, tramite sovvenzioni concesse proprio dal NIAID, allora diretto da Fauci.
Fauci, inizialmente considerato un punto di riferimento scientifico nella caotica risposta alla pandemia del 2020, ha subito un forte calo di consenso negli anni successivi. È stato accusato di aver cambiato posizione su temi cruciali come l’uso delle mascherine e di aver cercato di silenziare voci scientifiche discordanti.
Email trapelate hanno rivelato che all’inizio del 2020 avrebbe commissionato uno studio per screditare la teoria della fuga di laboratorio, promuovendolo poi in una conferenza stampa alla Casa Bianca senza rivelare il proprio coinvolgimento. Nel giugno 2021, Fauci dichiarava ancora che la teoria fosse “una possibilità molto, molto, molto, molto remota”.
Solo in seguito è emerso il ruolo che il NIAID aveva avuto nel finanziare ricerche di potenziamento del virus presso il WIV. Un’indagine di un organismo di controllo federale ha evidenziato come il NIH (National Institutes of Health) “non abbia monitorato efficacemente” tali esperimenti, né abbia valutato adeguatamente il potenziale pandemico degli agenti patogeni utilizzati.
Fauci, tuttavia, ha sempre negato qualsiasi tipo di insabbiamento. Nel 2024, davanti a una commissione della Camera dei Rappresentanti, ha affermato di non aver mai ostacolato la teoria della fuga da laboratorio né manipolato ricerche per screditarla, definendo “assurde” le accuse a suo carico.
Anche sul fronte internazionale, agenzie di intelligence hanno raccolto elementi a sostegno della teoria della fuga di laboratorio. In Germania, il Servizio segreto federale (BND) ha condotto un’indagine segreta chiamata Progetto Saaremaa, condividendo i risultati con gli Stati Uniti nel dicembre 2024.
L’indagine ha rinvenuto dissertazioni scientifiche inedite del 2019 e 2020 che affrontavano gli effetti dei coronavirus sul corpo umano. Inoltre, secondo i materiali raccolti, gli scienziati cinesi disponevano di “una quantità insolitamente ampia di informazioni” sul nuovo virus in una fase estremamente precoce. Usando un “indice di probabilità”, gli investigatori hanno stimato che la teoria della fuga da laboratorio fosse “probabile” con un grado di certezza compreso tra l’80 e il 95%.
Anche Robert Redfield, ex direttore dei CDC, ha espresso convinzione assoluta (“al 100%”) che la pandemia sia nata da un incidente di laboratorio, avvenuto mentre si svolgevano esperimenti rischiosi sulla trasmissibilità dei virus dei pipistrelli, in condizioni di biosicurezza inadeguate.
Nel corso dell’intervista, Patel ha ribadito la propria determinazione: “La mia missione è sempre stata quella di far emergere la verità, qualunque fossero le conseguenze e chiunque fosse il bersaglio”.
Al momento, non risultano mandati di arresto pubblici nei confronti del dottor Fauci, e non è chiaro se il sequestro dei dispositivi sia avvenuto tramite un mandato formale, come normalmente richiesto anche nel caso di funzionari governativi.
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