Raid Idf a Doha (Qatar), il no del Mossad all'attacco: "Non era il momento, negoziati per ostaggi devono continuare" - confermate anticipazioni GdI

L’intelligence israeliane si è opposta all’uccisione dei leader di Hamas in Qatar per non compromettere i negoziati sugli ostaggi, confermate le anticipazioni del Giornale d’Italia

Il raid dell'Idf che ha cercato di "decapitare" la leadership di Hamas a Doha, in Qatar, durante dei negoziati per la tregua a Gaza, non è stato approvato dal Mossad, l'intelligence israeliana. Membri anonimi degli 007 dello Stato Ebraico hanno infatti chiesto a Benjamin Netanyahu di bloccare l'attacco, avanzando l'ipotesi che fosse meglio "far continuare i negoziati per il rilascio degli ostaggi", come anticipato da Il Giornale d'Italia.

Raid Idf a Doha (Qatar), il no del Mossad all'attacco: "Non era il momento, negoziati per ostaggi devono continuare" - confermate anticipazioni GdI

Il Mossad ha bloccato un piano che prevedeva l’eliminazione di alti funzionari di Hamas presenti in Qatar, riuniti per discutere una proposta di cessate il fuoco mediata dal presidente americano Donald Trump. La decisione, maturata nelle settimane precedenti, è stata presa dal direttore David Barnea, preoccupato che un’operazione sul terreno potesse compromettere i rapporti costruiti con Doha, fondamentale interlocutore nei negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza.

La notizia conferma le anticipazioni de Il Giornale d’Italia, che già nei giorni scorsi aveva riportato le forti perplessità non solo del Mossad ma anche di altri settori dell’intelligence. Secondo fonti israeliane, persino all’interno delle Idf vi erano dubbi sull’opportunità dell’attacco, sia per i rischi diplomatici sia per l’assenza di garanzie sul successo dell’operazione.

Alla fine, il governo Netanyahu ha optato per una soluzionea distanza”: 15 jet da combattimento hanno lanciato 10 missili su Doha, senza riuscire a colpire i vertici di Hamas, incluso il leader ad interim Khalil al-Hayya, sopravvissuto all’attacco.

Per gli analisti, la mossa del Mossad rappresenta una frattura significativa con la linea dura del premier. “L’intelligence teme che colpi di mano di questo tipo possano rafforzare Hamas e isolare Israele sul piano internazionale”, spiega il politologo Yossi Melman.

La conferma delle divisioni ai vertici della sicurezza israeliana alimenta il dibattito interno e le pressioni per un cessate il fuoco, mentre l’hashtag #CeasefireNow continua a crescere sui social network.