12 Settembre 2025
Daniel Graetz, fonte: X
Alcune Ong tedesche hanno denunciato per crimini di guerra il cittadino tedesco di origine ebraica Daniel Graetz, andato a combattere nell'Idf come cecchino a Gaza. L'ECCHR di Berlino ha giustificato la denuncia affermando: "Faceva parte dell'unità Ghost, che ha ucciso in maniera sommaria civili palestinesi, anche bambini".
Per la prima volta un tribunale tedesco potrebbe giudicare un soldato israeliano per crimini di guerra a Gaza. Daniel Graetz, 25 anni, tedesco di origine ebraica arruolato nella 202ª brigata aviotrasportata israeliana, è stato denunciato a Karlsruhe per la sua presunta partecipazione a esecuzioni sommarie di civili palestinesi.
La denuncia è stata presentata dall’organizzazione per i diritti umani ECCHR di Berlino, insieme a tre Ong palestinesi, e si basa su prove raccolte da una lunga inchiesta giornalistica condotta da Der Spiegel, ZDF, The Guardian e Paper Trail Media. I giornalisti hanno ricostruito, grazie a video e testimonianze, la morte di quattro membri della famiglia Doghmosh, uccisi a novembre 2023 nel quartiere di Tal al-Hawa a Gaza City.
Secondo l’inchiesta, Graetz faceva parte della cosiddetta “Ghost Unit”, un’unità di cecchini composta in gran parte da stranieri, collegata a numerosi episodi di uccisioni di civili. Le immagini recuperate mostrano uomini disarmati colpiti a distanza mentre tentavano di recuperare i corpi dei familiari, azioni che esperti di diritto internazionale definiscono chiaramente crimini di guerra.
“Non devono esserci due pesi e due misure, anche se gli autori sono membri delle forze armate israeliane” ha dichiarato Alexander Schwarz dell’ECCHR. La Germania, in base al principio di giurisdizione universale, è tenuta a indagare e perseguire chiunque sia sospettato di crimini di guerra, indipendentemente da dove siano avvenuti.
Questo caso potrebbe diventare un precedente importante: se i giudici confermassero le accuse, sarebbe la prima condanna europea per un soldato israeliano coinvolto nel massacro di civili a Gaza.
Per molti palestinesi e attivisti per i diritti umani, questa indagine rappresenta un segnale di speranza: la prova che anche i governi occidentali, tradizionalmente vicini a Israele, non possono ignorare le responsabilità per le migliaia di vittime civili nella Striscia di Gaza.
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