Israele, approvato piano "E1" per insediamento in Cisgiordania di 3400 case, Smotrich: "Così muore ogni idea di Stato Palestinese"

Israele approva il progetto "E1": 3.400 case tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim, realizzando passo dopo passo il piano "Greater Israel" Palestinesi e Ue denunciano “violazione del diritto internazionale”

Israele ha definitivamente approvato il piano "E1", che consiste in un importante insediamento in Cisgiordania, con 3400 unità abitative, dividendo sostanzialmente la regione a metà. Il ministro delle Finanze di Tel Aviv, l'ultra nazionalista Bezalel Smotrich, ha cantato vittoria: "Così muore ogni idea di Stato Palestinese".

Israele, approvato piano "E1" per insediamento in Cisgiordania di 3400 case, Smotrich: "Così muore ogni idea di Stato Palestinese"

Israele ha dato l’approvazione definitiva al progetto di insediamento "E1", una vasta area tra Gerusalemme Est e l’insediamento di Ma’ale Adumim, in Cisgiordania. Il piano, in discussione da oltre vent’anni e finora bloccato dalle pressioni internazionali, prevede la costruzione di circa 3400 nuove abitazioni. Mercoledì 20 agosto la Commissione per l’urbanistica e l’edilizia ha respinto le ultime petizioni, aprendo la strada a lavori infrastrutturali già nei prossimi mesi, accelerando sul progetto "Greater Israel".

Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, figura di punta dell’estrema destra israeliana, ha definito la decisione “storica”, affermando che l’approvazione rappresenta “un passo significativo che cancella l’illusione dei due Stati e consolida la presa del popolo ebraico sul cuore della Terra d’Israele”. Aggiungendo: “Ogni insediamento è un chiodo nella bara di questa pericolosa idea”.

Durissima la reazione palestinese. L’Autorità Nazionale Palestinese ha condannato il progetto come una misura che “trasforma la Cisgiordania in una prigione a cielo aperto”, frantumando la continuità territoriale e riducendo i villaggi palestinesi a cantoni isolati, collegati solo da check-point e controllati dalle milizie dei coloni. Il ministero degli Esteri palestinese ha avvertito che questa decisione “compromette definitivamente ogni prospettiva di soluzione negoziata al conflitto”.

Anche l’Unione Europea ha espresso “ferma opposizione”, dichiarando che gli insediamenti “sono illegali secondo il diritto internazionale” e chiedendo a Israele di rinunciare al piano per non compromettere la soluzione dei due Stati. A Bruxelles si discute l’eventualità di misure diplomatiche e restrizioni nei rapporti con Tel Aviv.

Critiche arrivano anche da Peace Now, storica Ong israeliana contraria agli insediamenti: “L’obiettivo del progetto "E1" è sabotare ogni soluzione politica e spingere Israele verso uno Stato di apartheid binazionale”. L’organizzazione avverte che l’insediamento dividerebbe la Cisgiordania in due, separando il nord dal sud e tagliando Gerusalemme Est da Ramallah e Betlemme, rendendo impossibile la nascita di uno Stato palestinese sovrano e contiguo.

Nonostante le proteste internazionali, il governo Netanyahu è deciso a procedere. Secondo Smotrich, il via libera è anche una risposta ai Paesi occidentali che hanno recentemente annunciato il riconoscimento della Palestina come Stato.