Gaza, oltre il piano "Aurora": BCG responsabile anche di progetto di deportazione palestinesi verso Somalia e Somaliland
La Boston Consulting Group ha modellato la deportazione dei palestinesi di Gaza in Somalia e Somaliland per conto di imprenditori israeliani, con una stima di circa 4,7 milioni di dollari di benefici economici
L'ombra sulla Boston Consulting Group si ingrandisce sempre di più. La nota società di consulenza strategica ha progettato, infatti, oltre al piano "Aurora", la deportazione dei palestinesi della Striscia verso la Somalia e Somaliland.
Gaza, oltre il piano "Aurora": BCG responsabile anche di progetto di deportazione palestinesi verso Somalia e Somaliland
Il Financial Times ha rivelato che la Boston Consulting Group (BCG) ha modellato un piano per la deportazione dei palestinesi di Gaza verso Somalia e Somaliland, su richiesta di imprenditori israeliani interessati a riconvertire l’enclave dopo la fine delle violenze nella Striscia.
Il piano, sviluppato nel contesto della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) – una controversa iniziativa sostenuta da Stati Uniti e Israele – prevedeva che circa il 25% della popolazione gazawi potesse essere deportata “temporaneamente e volontariamente” in Paesi terzi, con l'aspettativa che la maggioranza non sarebbe mai tornata. Tra i possibili Stati ospitanti figuravano, oltre alla Somalia, anche Egitto, Giordania ed Emirati Arabi Uniti.
Secondo i documenti emersi, BCG stimava 4,7 miliardi di dollari di benefici economici per i Paesi disposti ad accogliere gli sfollati. In cambio, a Somalia e Somaliland sarebbero stati offerti vantaggi politici, come il riconoscimento internazionale del Somaliland.
Il progetto, probabilmente una continuazione del cosiddetto piano "Aurora” – che prevede la rimozione forzata dei palestinesi da Gaza – è stato bollato da organizzazioni umanitarie, organismi internazionali e diplomatici come un atto di pulizia etnica, in palese violazione del diritto internazionale.
Il coinvolgimento di BCG, che vanta tra i suoi ex membri il premier israeliano Benjamin Netanyahu, è stato possibile anche grazie ai legami con l’ex agente CIA Phil Reilly, oggi a capo di una società che fornisce sicurezza per i centri di aiuto del GHF.
Sebbene BCG abbia sconfessato pubblicamente l’iniziativa dopo l’ondata di proteste, resta il fatto che un’importante società statunitense abbia contribuito a pianificare la rimozione di una popolazione sotto occupazione, mentre Gaza viene immaginata come una futura “Trump Riviera”.