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Trump sta umiliando l’Europa con l'imposizione di nuovi dazi e fa bene: chissà se vedremo che l’euro-re è nudo

I dazi sono una prova di forza dentro il paradigma Maga, sia sul piano commerciale, sia sul piano economico/industriale, sia sui tavoli politici

14 Luglio 2025

Trump sta umiliando l’Europa e (purtroppo) fa bene: chissà se vedremo che l’euro-re è nudo

Trump Fonte: Imagoeconomica

Donald Trump ce lo ha fatto capire una volta di più: il “l’euro reè nudo. È evidente. Ma è vietato ammetterlo e agire di conseguenza. Meglio continuare nella grande bugia dell’Europa come unica soluzione o come grande Sogno del menga. Diciamocelo: Trump ha umiliato Spinelli e il blabla del Ventotenismo. La Casa Bianca ha messo i dazi, ci sta trattando con la superiorità di chi si sente una potenza: tassa d’ingresso al 30% accompagnata con tanto di lettera di avvertimento “guai a voi se provate a fare casino”. Macron prova a fare il galletto e lo può fare perché è la Francia è l’unica potenza nucleare nella Ue.

Trump ci sta umiliando: questa è la verità. Anche nella trattativa sul riarmo ci sta facendo capire che le regole le detta la Casa Bianca. Noi pensavamo di aver chiuso l’accordo? E lui ci mette un altro carico: vi sta a cuore il destino dell’Ucraina? Bene, allora comprate - a pagamento senza sconti - le armi dall’America e giratele a Zelensky. Il sottinteso è: business is business e quindi in caso di fallimento della Volenterosa strategia di natura militare poi interverrò io con Putin e le regole saranno le mie. E saranno regole a trazione economica.

Ricapitolando. Se vogliamo - tipo Guerrieri della Notte - giocare a fare la guerra contro Putin, le armi fondamentali le dobbiamo comprare dagli States, i quali stanno impoverendo il loro arsenale e quindi non regalano nulla (perché dovrebbero? Del resto l’interesse della Cina è proprio questo: tenere la guerra in Ucraina accesa e impegnare l’America su quel fronte). Quando qualcuno capirà che forse è meglio per tutti sedersi attorno ad un tavolo ed essere realisti sull’effettivo peso dei players (Usa, Cina, Russia, Ue…) allora capiremo che l’algebra di Caoslandia è prevalentemente di natura economica e finanziaria. A quel punto l’Europa sarà ancora una volta la più svantaggiata. Eppure l’Italia dovrebbe sapere il valore delle relazioni economiche anche con il “Nemico”: quando c’era il Muro di Berlino e c’era l’Unione Sovietica, il governo consentiva all’Eni di Mattei di essere un partner commerciale importante dell’Urss e consentiva alla Fiat di impiantare una fabbrica in quella che sarebbe divenuta Togliattigrad.

L’America sui dazi ha fatto l’America, non ha fatto la “bulla”. Ed è normale che nella tensione delle tariffe doganali la Casa Bianca abbia giocato di fioretto con la Cina: stiamo parlando di due colossi che si usmano, si temono, si danno colpi sopra e sotto la cintura, si controllano vicendevolmente. Pochi giorni fa rispondendo alla giornalista della Fox News Maria Bartiromo (di orientamento Maga) che gli faceva notare come Pechino "ha hackerato il nostro sistema di telecomunicazioni, ha rubato proprietà intellettuale, produce fentanyl, e c’è stato il Covid, tutta questa roba: come si fa a negoziare con un attore palesemente malintenzionato, e fidarsi della Cina sull’economia?", Donald Trump ha risposto: "Non pensa che noi facciamo lo stesso? Lo facciamo. Facciamo un sacco di cose. È così che funziona il mondo. È un mondo orribile".

I dazi sono una prova di forza dentro il paradigma Maga, sia sul piano commerciale, sia sul piano economico/industriale, sia sui tavoli politici. Per questo i duellanti di questo tempo e di questa globalizzazione impazzita, cioé Trump (che la subisce) e Xi Jinping (che la sfrutta), si studiano e se la giocano in punta di fioretto, dopo aver minacciato la spada. Gli altri, come dicevamo, non ci sono. E si leccano le ferite. Siano essi il Canada, il Brasile, il Giappone o la Corea del Sud. O appunto l’Europa. Ma l’Europa - così ci avevano raccontato - doveva essere più forte dei singoli Stati e il fatto di trattare sul commercio con voce unica ci avrebbe messo nella condizione di reggere il negoziato. Invece niente. Invece, appunto, siamo nudi di fronte al mondo. E non è colpa della von Der Leyen, leader incapace di un nano politico. L’Unione europea è l’eterna promessa o l’eterno inganno. Dicono: “l’Europa avrebbe potuto essere più cattiva, avrebbe potuto replicare lo schema di gioco della Cina”, ma non la Ue non ha alcuna leva negoziale pari alla Cina, sebbene abbia una sua forza data dalla somma delle economie delle singole Nazioni. Ma la somma, avrebbe detto Totò, non fa il totale.

Di Gianluigi Paragone

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