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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Il grande sogno americano (ma solo per chi dorme profondamente e indifferentemente), è un inferno che ha cambiato solo colore

Quel “make America great again” è diventato un incubo che rende tutti servi e incatenati tanto quanto nel corso dell’esperienza Dem, o siamo noi che non riusciamo a capire?

20 Giugno 2025

Il grande sogno americano (ma solo per chi dorme profondamente e indifferentemente), è un inferno che ha cambiato solo colore

Mentre il mondo si affanna tra crisi globali, guerre e reality show sempre più imbarazzanti, negli Stati Uniti si è risvegliato un vecchio spirito: quello del Make America Great Again. Solo che stavolta, più che un grande sogno, sembra un incubo girato male, con la regia affidata a un ex presentatore di reality con la passione compulsiva per i tweet in maiuscolo e il broncio da miliardario incompreso.

Insonma, un Silvio più alto, più grosso, più potente ma senza una visione del futuro, le barzellette e l’amore per la vagina depilata.

Donald Trump, che a quanto pare ha preso il concetto di “libertà” e l’ha infilato in una capsula del tempo stile anni ’50, continua a proporre una visione della società che somiglia più a un episodio di Black Mirror che alla democrazia modello che l’America ama tanto esportare con gli aerei (e qualche bomba, di tanto in tanto).

L’uomo della pace a tutti i costi, sta contribuendo al nuovo genocidio contro l’Iran, ma questa è un’altra storia.

In questa versione riveduta e distorta del sogno americano, la libertà personale è sacra… Purché si tratti della libertà di portare un fucile d’assalto al supermercato o di affermare che il cambiamento climatico sia una leggenda metropolitana inventata da Greta Thunberg e i suoi folletti nordici (che poi su Greta e come sia stata realmente costruita a tavolino ci sarebbe da parlare). Vuoi abortire? No, grazie, la tua libertà finisce dove comincia il codice morale dei giudici scelti a tavolino. Vuoi leggere un libro che parla di identità di genere (cosa che a me personalmente non interessa, ma difendo il diritto di chi vuole)? Meglio evitare.

Trump e i suoi fedeli, con la delicatezza di un elefante in una cristalleria, difendono la “libertà” a colpi di censure, leggi restrittive e teorie del complotto. Tutto in nome della “vera America”, quella che ha nostalgia del tempo in cui le donne sapevano stare al loro posto, gli uomini erano “veri uomini” (cioè armati, bianchi e un po nervosetti) e i diritti civili si risolvevano con un “torna al tuo paese”.

Tutto ció senza dimenticare che questa deriva era già in atto con Biden, con l’unica differenza che la censura seguiva il senso contrario, ma il bavaglio aveva i medesimi effetti.

Ma la cosa più divertente – nel senso tragico del termine – è che mentre si limita il diritto all’aborto, si ostacola l’educazione sessuale e si smantellano i diritti LGBTQ+, fino a sei mesi fa c’era una propaganda esattamente opposta che voleva imporre aborto, diritti LGBTQ+ ed educazione sessuale, a dimostrazione di come stiamo parlando di due paradossi. Trump, in barba ai detrattori, riesce ancora a presentarsi come il paladino del popolo. Come se il popolo, per sentirsi libero, avesse davvero bisogno di meno diritti, più controlli e un muro più alto. (Spoiler: il muro non funziona neanche su Facebook).

Insomma, negli USA del trumpismo, nel solco di quelli di Biden ma in senso contratio, la libertà personale continua a essere una specie di buffet selettivo: puoi servirti solo se la tua idea di libertà coincide con quella dell’uomo alla Casa Bianca. Gli altri? Possono sempre consolarsi con un Big Mac e una bandiera a stelle e strisce. Magari da bruciare, se trovano ancora il coraggio.

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