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Israele, le testimonianze choc: “Membri della Knesset hanno partecipato ad abusi e sadici rituali sessuali su minori”

Durante un’udienza alla Knesset emergono racconti agghiaccianti su un sistema rituale di abusi sessuali su minori. Le vittime: “Coinvolti politici, medici, religiosi e forze dell’ordine”

09 Giugno 2025

Israele, le testimonianze choc

Israele, le testimonianze choc Fonte: InfoPal

Testimonianze choc sono emerse nel corso di un’udienza straordinaria alla Knesset israeliana, sollevando accuse gravissime contro membri della stessa istituzione, professionisti del mondo medico, educatori, agenti delle forze dell’ordine e leader religiosi. I racconti, tutti da parte di donne sopravvissute, parlano di un “sistema organizzato” di “abusi sessuali e sadici rituali" perpetrati durante l'infanzia, spesso sotto il velo di cerimonie religiose.

Le testimonianze choc: “Membri della Knesset hanno partecipato ad abusi e sadici rituali sessuali su minori”

Le testimoni sono più di 12, tutte donne tra i 20 e i 45 anni, provenienti da comunità ebraiche ultraortodosse. Raccontano abusi subiti fin dalla tenera età in contesti che, nelle parole di alcune, venivano giustificati come “sacrifici per la trascendenza spirituale”.

Yael Ariel ha testimoniato di essere stata abusata sessualmente “da quando avevo 4 anni, fino all’adolescenza”, in rituali nei quali erano coinvolte “personalità di spicco”.

Yael Shitrit ha descritto pratiche rituali in cui “venivo trafficata e abusata, con uomini disposti in cerchio”. Ha denunciato apertamente anche l’immobilismo delle autorità: “La polizia non ha fatto nulla”.

Una terza testimone, rimasta anonima, ha riferito episodi di “torture, privazione di cibo e rituali che includevano l’uso di sangue mestruale e il sacrificio di animali”. Anche lei ha parlato della presenza di figure di rilievo, pur senza identificarle apertamente.

Particolarmente scioccante un passaggio riportato da Haaretz il 4 giugno: la testimone anonima ha raccontato di essere stata “legata a un palo e costretta a bere sangue durante un rituale sadico”, come parte di una serie di abusi sessuali e torture presentati come cerimonie religiose.

Naama Goldberg, rappresentante di una ONG attiva sul territorio, ha parlato di “stupri di gruppo filmati, uso di droghe e coinvolgimento di minori in rituali”. Ha poi aggiunto che “le denunce alla polizia vengono spesso archiviate”.

Tutte le testimonianze convergono su elementi comuni: l’uso sistematico della religione come giustificazione per abusi fisici e psicologici, la partecipazione attiva di membri delle famiglie delle vittime, la copertura istituzionale e il silenzio imposto.

Il cosiddetto “rapporto Barkan”, redatto sulla base di queste dichiarazioni, parla di una rete ben strutturata di abusi, attiva per anni, con modalità pressoché identiche: “bambini drogati, violentati, mutilati, filmati e manipolati psicologicamente attraverso ‘cerimonie’ guidate da leader religiosi, talvolta alla presenza dei genitori”.

I luoghi degli abusi sarebbero abitazioni private, sinagoghe, foreste e persino scuole. Una delle pratiche più ricorrenti era quella di mettere in scena, durante i rituali, episodi della Bibbia, come la legatura di Isacco: diverse donne hanno raccontato di essere state “legate e sottoposte a rituali di circoncisione simulati”.

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