05 Giugno 2025
Fonte: LaPresse
Un mio amico esperto di vicende militari americane mi ha fatto notare alcuni fatti che non sono stati evidenziati nelle analisi della guerra tra Russia e Ucraina. E che mi sembra doveroso sottolineare.
Com’è noto, gli Ucraini sostengono con la loro azione d’attacco di aver distrutto e/o seriamente danneggiato una quarantina di aerei essenzialmente di tre tipi: A-50, Tu-22M3, Tu-95MS. Gli A-50 sono dei velivoli da comando e controllo volante paragonabile agli E-3 AWACS. Ne hanno pochi e ne avevano già perso un paio. Forse è il danno peggiore ai fini della conduzione delle operazioni militari in Ucraina. Dei Tu-22M3 poco importa, anche se in totale ne avranno in servizio solo una cinquantina.
Il problema - mi ha fatto rilevare il mio amico - è con i Tu-95MS perché questi ultimi sono considerati come bombardieri nucleari pesanti dal Trattato New Start firmato tra Stati Uniti e Federazione Russia e prorogato fino al 4 febbraio 2026: "(c) Existing types of heavy bombers are: (i) for the United States of America, the B-52G, B- 52H, B-IB, and B-2A; (ii) for the Russian Federation, the Tu-95MS and Tu- 160". Sempre lo stesso trattato precisa che: "1. For the purpose of ensuring verification of compliance with the provisions of this Treaty, each Party undertakes: (a) to use national technical means of verification at its disposal in a manner consistent with generally recognized principles of international law; (b) not to interfere with the national technical means of verification of the other Party operating in accordance with this Article; and (c) not to use concealment measures that impede verification, by national technical means of verification, of compliance with the provisions of this Treaty".
Ne consegue che i Tu-95MS distrutti non potevano essere protetti all’interno di hangar corazzati oppure nascosti in qualche altro modo perché dovevano essere ben visibili anche alla ricognizione satellitare della controparte. Gli Ucraini hanno così colpito un bersaglio molto più facile di quello che sembra.
Inoltre, se la distruzione di una quota così sostanziale dei Tu-95MS fosse confermata, l’attacco avrebbe creato un sostanziale sbilanciamento delle capacità nucleari strategiche a favore degli statunitensi perché questi ultimi si ritroverebbero con un numero maggiore di bombardieri strategici nucleari della Federazione Russa. Un sostanziale sbilanciamento, posto che i Tu-95SM operativi dovrebbero essere una cinquantina, è proprio quello che il NEW START, come tutti gli altri trattati per la limitazione prima e per il disarmo nucleare poi, hanno sempre cercato di evitare.
Qualsiasi attacco anche di natura non nucleare che ha l’effetto di ridurre le capacità dell’arsenale nucleare delle due grandi potenze da dottrina può legittimare una risposta nucleare. Ne sono consapevoli a Bruxelles coloro che festeggiano per l’operazione militare?
A detta di molti (e nel mio piccolo lo penso anche io) dietro questa operazione ci sarebbero i britannici, assai attivi da tempo e ultimamente ancor più attraverso il posizionamento all’interno del cosiddetto asse dei Volenterosi. “La Gran Bretagna si prepara a un conflitto su scala mondiale combattuto con armi nucleari”, scriveva l’altro giorno il Corriere della Sera raccontando la pubblicazione della nuova dottrina di difesa Uk, che viene aggiornata ogni 10 anni: un documento di 140 pagine le cui raccomandazioni sono state già accolte in toto dal governo laburista.
Proprio in questa occasione il premier Keir Starmer ha parlato di iniziative politico-militari «come mosse verso uno stato di pre-guerra», quadro all’interno del quale «bisogna fare della Gran Bretagna una nazione pronta alla battaglia, a prova di bomba, con le alleanze più forti e le capacità più avanzate» e che «la Gran Bretagna dev’essere pronta a combattere una guerra» in Europa o nell’Atlantico, a fronte di una minaccia russa «immediata e pressante». «La minaccia che fronteggiamo oggi è più grave, più immediata e più imprevedibile che in ogni momento dopo la Guerra fredda».
Sempre dal documento “Nuova dottrina di difesa Uk” emerge che Londra si doterà di una nuova flotta di sottomarini d’attacco a propulsione atomica, fino a 12 vascelli che saranno pronti entro la fine di questo decennio, cui si accompagna un investimento di 15 miliardi di sterline (circa 18 miliardi di euro) nell’ammodernamento del deterrente nucleare e la possibile acquisizione dagli Stati Uniti di bombardieri strategici in grado di sganciare testate atomiche (finora l’arsenale nucleare britannico è dislocato su 4 sottomarini Trident, perennemente in navigazione).
Come se non bastasse, il premier ha parlato anche della formazione di una Guardia Nazionale, cioè un esercito territoriale di cittadini impegnati nella difesa di infrastrutture strategiche, dagli aeroporti alle linee di comunicazione: «ogni cittadino» avrà un ruolo da svolgere nella difesa della patria, perché «la linea del fronte, se volete, è qui».
Non c’è dubbio che il governo Starmer - impegnato anche nella ricerca delle coperture finanziarie - sta accentuando la postura offensiva facendo del Regno Unito un player centrale nelle dinamiche continentali ma fuori dall’Unione europea. A questo punto ci si domanda se la Ue ha intenzione di accodarsi, con quale postura e con quale legittimazione. Oppure se l’intesa è fuori dal perimetro Ue ma dentro i soli Volenterosi. In quest’ottica si comprende benissimo la prudenza del governo italiano.
Dalle risposte che arriveranno conosceremo il tasso di partecipazione dell’Europa nella guerra e quindi il coinvolgimento della stessa. In parole parole: hanno deciso di portarci in guerra come sembra dalle dichiarazioni e soprattutto dalle azioni? E l’opinione pubblica, fortemente contraria al conflitto, verrà informata o resterà ipnotizzata con la solita retorica?
di Gianluigi Paragone
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