30 Maggio 2025
Collage LaPresse
Il mondo commerciale e finanziario si interroga su cosa succederà dopo la sentenza che congela i dazi reciproci e fa le sue riflessioni. Il mondo politico invece ha l’ennesima conferma che, al netto delle chiacchiere (ben strombazzate dai giornali italiani) sulla deriva autoritaria che Trump avrebbe impresso all’America, il presidenzialismo statunitense funziona oggi come funzionava ieri. Certo, ovunque stiamo registrando una accentuazione delle leadership ma l’unico dato che conta è che l’equilibrio dei poteri, il famoso check and balance, regge. Eccome se regge.
Aveva retto fin da subito anche nei mesi successivi alla seconda presidenza Trump con interventi importanti da parte della Corte Suprema (la cui maggioranza dei giudici è di orientamento repubblicano) e ora, ecco, una sentenza importante - al netto del merito - che dimostra al mondo intero che la democrazia negli USA sta in forma: “La Casa Bianca non può fare quel che vuole, deve attenersi alle regole e le regole dicono che questi dazi eccezionali dovevano passare dal Congresso”, gli hanno fatto sapere.
Aggiungo che pure l’informazione è un cane da guardia in salute, come dimostrano i recenti premi Pulitzer assegnati a reporter anti-Trump e le conferenze stampa dove i giornalisti possono deridere il presidente chiamandolo “Taco”, che - detto all’italiana - è un po’ come dire coniglio che scappa e torna sempre indietro. In Italia quando governavano Mario Monti e soprattutto Mario Draghi era una gara a chi si prostrava di più, a chi risparmiava domande guardando storto i pochissimi che invece le ponevano, a chi faceva partire per primo l’applauso (perché sotto l’ex governatore abbiamo anche assistito a questo).
Dal canto suo, The Donald ribatte a tutto ciò alla sua maniera: “Io ho i voti del popolo, io sono stato eletto”. È il mantra di tutti i presidenti e dei premier che si sentono forti proprio per questa investitura. Insomma, tutto normale nella tensione democratica di un Paese che, anche molti in Europa e in Italia, vedevano in pericolo.
Ora che abbiamo visto cosa accade al di là dell’Oceano, domando: con che faccia l’Europa e i cosiddetti leader europei parlano, giudicano, fanno? L’Europa non ha una Costituzione. L’Europa non ha mai avuto una investitura popolare. L’Europa ha solo una moneta comune in tasca infilata a forza dentro i portafogli e guai a criticarne la genesi. L’Europa non ha alcun attestato di garanzia democratica! Altro che Ventotene e gli appelli retorici da Mattarella in giù. L’unica certezza è che i popoli non sono mai stati interpellati e quando lo hanno fatto - vedi Olanda e Francia - hanno bocciato l’Europa. Dalla Ue i britannici se ne sono andati e non si sono pentiti (come dimostra il successo di Farage).
L’Europa è l’esperimento peggio riuscito nei laboratori delle ingegnerie istituzionali. Eppure vogliono esserci. Pretendono di comprimere quegli Stati che invece una Costituzione ce l’hanno. Ognuno dei leaderini della Ue chiede più potere, più velocità decisionale, e più snellezza. Per fare cosa? Per cambiare le curve degli eventi, sull’onda di emergenze che si rincorrono: la crisi del debito, i crac finanziari, la pandemia, la guerra. Ad ogni emergenza, una accelerazione sempre in deroga. I parlamenti? Non contano, si interpellano per un voto notarile; talvolta manco quello come si è visto nel caso dei contratti con Pfizer e nel caso delle variazioni di bilancio per comprare armi. Miliardi che ballano e la signora Von Der Leyen (condannata per mancanza di trasparenza prima che il parlamento la confermasse) si può permettere di fare quel che vuole: ma quale popolo l’ha votata? Ma quale popolo ha mai conferito all’Europa il potere di mangiarsi gli Stati? Nessuno. Tutto questo sta accadendo perché una élite di persone ha deciso che le tecnocrazie devono vestirsi di democrazia, parola che tanto maneggiano con l’arte della prestidigitazione.
Chi ha dato il potere alla Francia, alla Germania e alla Gran Bretagna, cioé ai Volenterosi, di parlare a nome di tutti e trattare non si sa bene cosa? Quale popolo sta legittimando il riarmo e persino la postura di belligeranti?
In America Trump può rivendicare il voto popolare e i giudici possono bloccare le sue decisioni. In Europa tutti possono fare quello che vogliono tanto a Bruxelles la democrazia non è di casa.
di Gianluigi Paragone
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