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Elezioni amministrative in Inghilterra, il successo di Farage dimostra che i britannici vogliono stare fuori dall’Europa

Ora che la parola è passata ancora una volta al popolo sovrano, abbiamo la doccia gelata per i tromboni di casa nostra: Nigel Farage, il papà del refendum sulla Brexit, è tornato in campo e alla prima prova ha stravinto le elezioni.

02 Maggio 2025

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Com’era quella storia che i britannici se avessero potuto votare un’altra volta sull’Europa avrebbero scelto di restare? Lo domando proprio adesso che Nigel Farage sta trionfando nelle elezioni amministrative. <Se i britannici avessero tra le mani quel Farage che gli aveva promesso mari e monti una volta fuori dall’Europa… Adesso sanno benissimo cosa significa la Brexit…>, dicevano i soliti nostri commentatori esperti di tutto senza sapere un tubo.

Breve riassunto delle puntate precedenti. Dopo la vittoria del referendum “Leave or Remain?” - referendum che, ricordo sempre ai “so tutto io: il referendum sull’Europa non si può fare perché la Costituzione non lo prevede”, era consultivo e non vincolante - e quindi del successo di Nigel Farage, i britannici confermarono sostanzialmente il loro orientamento di restare fuori scegliendo Boris Johnson come premier. L’ex sindaco di Londra però, una volta a capo del governo conservatore, non brillò né per coraggio né per tempismo (soprattutto nel periodo del Covid); dopo di lui fu la volta di due altri premier conservatori (Liz Truss e Rishi Sunak) che aprirono la strada all’attuale laburista Ken Starmer.

Starmer, com’è noto, sta tessendo assieme al decadente Macron la tela dei Volenterosi, ossia il club vip che si è messo in testa di armare a più non posso l’Europa così da spaventare la Russia e sostituire l’America di Trump laddove volesse lasciare l’Ucraina. Quando l’Asse dei Volenterosi stava cominciando a muovere i primi passi, i giornali italiani erano pieni di commenti estasiati di conoscitori ed esperti del modo britannico: “Starmer si sta muovendo per rientrare in Europa” oppure “La Gran Bretagna si riavvicina all’Unione” oppure ancora “I britannici hanno capito quanto è importante restare in Europa”.

Anche in televisione era tutto un commentare la posizione di Starmer come la posizione di ritorno dei britannici, una specie di “Vi prego, riaprite le porte”. Erano gli stessi commentatori che per anni ci raccontavano quanto la Brexit avesse danneggiato gli inglesi. Poi, pochi mesi fa in coincidenza con il quinto compleanno di quel referendum, uno dei più importanti centri studi aveva sentenziato che la Brexit non ha affatto danneggiato l’economia britannica.

Ora che la parola è passata ancora una volta al popolo sovrano, abbiamo la doccia gelata per i tromboni di casa nostra: Nigel Farage, il papà del refendum sulla Brexit, è tornato in campo e alla prima prova ha stravinto le elezioni.

di Gianluigi Paragone

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