25 Aprile 2025
Von der Leyen, fonte: LaPresse
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha deciso di andare avanti con la proposta legislativa Safe, parte del piano ReArm EU, nonostante il parere legale del Parlamento Europeo e il voto contrario della sua Commissione Giuridica (JURI). Von der Leyen sta usando la scorciatoia dell’emergenza, come quando Conte e Draghi avevano fatto approvare a Mattarella i DPCM.
La proposta prevede l'istituzione di prestiti fino a 150 miliardi di euro destinati a rafforzare l'industria della difesa dell'Ue, ma, secondo Von der Leyen, verrà approvata solamente dalla Commissione e dal Consiglio, senza il coinvolgimento dell'Eurocamera. Una decisione che ha già sollevato preoccupazioni e minacciato di innescare una guerra istituzionale tra la Commissione e la Plenaria di Strasburgo.
A confermare la determinazione della Commissione, durante il consueto briefing di mezzogiorno, è stato il portavoce Thomas Regnier. Regnier ha ribadito che la Commissione si basa sull'articolo 122 dei Trattati, secondo cui, in casi straordinari, il parere del Parlamento può essere bypassato, come avviene quando "uno Stato membro si trova in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà". Il portavoce ha poi sottolineato che "oggi ci troviamo di fronte a un rischio per la nostra sicurezza che è piuttosto reale ed è per questo che la Commissione ha proposto questo nuovo strumento che consentirà agli Stati membri di acquistare congiuntamente beni per la difesa. Si basa sull'articolo 122 e vorrei ricordarvi che, nei nostri orientamenti politici, la Presidente afferma che l'articolo 122 dovrebbe essere utilizzato solo in circostanze eccezionali, come quelle che stiamo attraversando ora".
Tuttavia, questa posizione è fortemente contestata dall'ufficio legale del Parlamento Europeo, che ha definito la scelta della Commissione non solo "illegittima", ma anche "scarsamente motivata". La Commissione, tuttavia, ha confermato che la proposta non verrà modificata. "La Commissione, beninteso, mantiene la sua proposta, che è stata presentata – ha dichiarato Regnier – Sta ora agli Stati membri mettersi d'accordo. Credo che la Commissione sia sempre stata disposta anche a spiegare le sue scelte al Parlamento".
Il parere legale del Parlamento Ue, che mercoledì ha ottenuto il sostegno unanime della commissione giuridica, ha ribadito che l'articolo 122, in questo caso, non rappresenta la base giuridica corretta per il piano ReArm EU. In particolare, i legali hanno sottolineato che la seconda parte del piano, quella relativa agli appalti e agli accordi per l'industria militare, non può essere ricondotta a una questione di difesa emergenziale, e dunque non può essere giustificata dall'articolo 122. È stato suggerito di separare la proposta della Commissione in due atti distinti: uno relativo alla struttura finanziaria, che potrebbe essere basato sull'articolo 122, e l'altro relativo agli aspetti industriali, che farebbe riferimento all'articolo 173.3, relativo alla politica industriale dell'Unione. Ma Ursula von der Leyen sembra poco incline ad ascoltare queste raccomandazioni.
La situazione ha suscitato una reazione dura da parte del Movimento 5 Stelle, che ha già minacciato un possibile ricorso alla Corte di Giustizia Europea. "La decisione della Commissione europea di ignorare il voto all’unanimità della commissione giuridica del Parlamento europeo contro la procedura d’urgenza del piano di riarmo è un ulteriore grave sfregio alla democrazia", ha dichiarato il partito in una nota. "Tuttavia non basta nascondersi dietro le parole di un portavoce, la Commissione ci deve mettere la faccia. Per questa ragione chiediamo alla Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo di calendarizzare un dibattito con risoluzione per la prossima plenaria di maggio a Strasburgo. Ursula von der Leyen venga in aula a giustificare perché vuole tappare la bocca a tutto il Parlamento e impedire di votare. Con la sua arroganza, Ursula von der Leyen sta provocando un pericoloso scontro fra istituzioni europee, che rischia di scivolare nel caos. Se ne pentirà".
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