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L'esclusione di Marine Le Pen è l'ennesimo colpo a chi si oppone alla democrazia a senso unico; prima è toccato Georgescu ora a lei

Nessun’altra liturgia è ammessa fuori dalla democrazia a senso unico.

01 Aprile 2025

Elezioni Francia, oggi il ballottaggio, RN favorito ma difficile la maggioranza assoluta, verso la "cohabitation"

Marine Le Pen, fonte: LaPresse

Mentre in Europa si apre il solfeggio delle belle parole e si lancia l’allarme sulle “democrature” ovvero sulla distorsione della democrazia bonapartista, accade che il modello democratico si sostanzia solo quando imbocca un altrettanto distorto “senso unico”. Sono settimane che il via libera agli armamenti diventa un balsamo per i paesi produttori di armi da spalmare su cittadini riottosi all’idea di regolare i conti a suon di bombe, missili e carri armati. Così il RearmEu cambia nome nella speranza di offuscare quel che in realtà è: una corsa agli armamenti, spinto dalla retorica di un Fronte dei Volenterosi animato da due ex imperi che ingurgitano pillole di Viagra belligerante. Che pena la coppia Macron-Starmer; e che pupazzetto quel prossimo Cancelliere Merz che neutralizza la voglia di cambiamento dei tedeschi riscaldando la minestra della Grosse koalizion e nel contempo riempie l’armeria germanica come mai finora era pensabile dopo la tragedia nazista con il via libera dell’Unione europea.


Già, la Ue. Solo Bruxelles poteva fare una figura così meschina, abbinando il video ridanciano di una commissaria che gioca con il “kit della resilienza” e l’intervista degna del teatro dell’assurdo rilasciata dalla presidente Von Der Leyen dove armarsi significa creare opportunità anche nei settori più martoriati dalle politiche di austerity, sanità e welfare in testa. Quanta stupidità sorregge l’architettura europea, sovrastruttura priva di una legittimazione dal basso. La “democrazia a senso unico” è la democratura con il lasciapassare del politicamente corretto, è la tagliola che scatta contro chi le elezioni le vince o le può vincere. In Romania Calin Georgescu, le elezioni, le aveva vinte. Ma poi “la democrazia a senso unico” le ha annullate sotto i colpi del filo-putinismo e altre etichette che diventano bisturi per sminuzzare le regole in corsa. Così il voto popolare si resetta, Georgescu viene arrestato e liberato solo quando si ha la certezza di averlo estromesso dalle elezioni bis del prossimo maggio. Lo stesso capiterà in Francia dove le ammucchiate “tutti contro la fascista Le Pen” stavolta non avrebbero attecchito: l’ultimo giro di giostra, ossia le elezioni politiche anticipate volute da Macron per arginare il partito di Marine, ha partorito un mostro di ingovernabilità. Stavolta Macron le avrebbe pagate tutte: la sua arroganza impastata di incompetenza sarebbe arrivata al capolinea senza appello e - sondaggi alla mano - nessun cartello di volenterosi avrebbe retto alla voglia di vedere la destra all’opera. Ma la vittoria della Le Pen avrebbe significato l’allineamento con il sistema astrale oggi dominante e che vede nell’American First di Trump il paradigma.


Donald Trump, lo zozzone, il fallito, il pazzo. Ma anche l’eletto secondo la ricetta più democratica del mondo: le elezioni. Che lo hanno portato per la seconda volta alla Casa Bianca, epicentro di un Impero dove non esiste il potere assoluto come dimostra il perfetto funzionamento della Corte Suprema tutt’altro che piegata al volere del Presidente. E se le ricette di Trump non convinceranno gli americani, costoro potranno bocciarlo nelle elezioni di medio termine. Altro che democratura.
Marine Le Pen è stata tagliata fuori non tanto dalla sentenza ma da una ineleggibilità discrezionale che i giudici fanno scattare immediatamente negando ai francesi la possibilità di tentare un’altra via politica. In questo senso è una sentenza ad alta densità politica. Anche Berlusconi fu costretto alle dimissioni dopo che una lettera firmata da Bce e Fondo monetario internazionale obbligò l’allora governo italiano a uniformarsi alle direttive della Troika, con un programma di riforme ispirato alle logiche neoliberiste. Quello fu un colpo mortale per la democrazia ma legittimato dalla tecnocrazia. Berlusconi doveva essere fatto fuori perché colpevole di non uniformarsi.


Tutto torna in questa “democrazia a senso unico” che si permette di definire “democratura” ciò che esce dalla sua grammatica. In Ungheria Orban resiste perché la sua leadership ha radici popolari profonde e non ha mai concesso spiragli. Ma Orban è un “campione” che non deve replicarsi. Per questo Marine Le Pen è stata condannata alla ineleggibilità. Per questo Georgescu è bollato come un pària da tenere fuori dalla competizione elettorale. E per questo su AfD è già scattato il cordone sanitario che ne impedirà la corsa al Cancellierato semmai il popolo tedesco dovesse preferirlo come primo partito.
Nessun’altra liturgia è ammessa fuori dalla democrazia a senso unico.

di Gianluigi Paragone

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